(ANSA) - AOSTA, 29 NOV - "Riteniamo che il giudizio del
garante sia stato stilato astraendosi dalla drammatica
contingenza del momento". Così, dopo la sanzione da 40 mila
euro, l'azienda Usl della Valle d'Aosta rea, secondo il Garante
per la protezione dei dati personali, di aver rimosso "durante
il periodo di emergenza sanitaria" le "misure poste a tutela dei
dati dei pazienti presenti nel dossier sanitario aziendale".
"Di fronte ad un delicato bilanciamento degli interessi tra
la salute e la riservatezza, l'Azienda Usl" fa sapere di aver
"ritenuto doveroso - oltre che a ciò istituzionalmente tenuta -
privilegiare la salute permettendo agli operatori di avere tutti
gli strumenti necessari per curare e salvare la vita dei
cittadini". La Usl è accusata di aver "reso accessibili i
dossier di tutti gli assistiti della Regione a qualunque
operatore sanitario, a prescindere dal fatto che l'interessato
avesse espresso o meno il proprio consenso al trattamento dei
dati" con il fascicolo sanitario elettronico (fse), "oppure che
la prestazione riguardasse un paziente Covid-19 o che l'autore
dell'accesso avesse in cura l'interessato". L'intervento dopo il
reclamo di un'operatrice sanitaria che, nonostante il diniego,
lamentava "ripetuti accessi" al proprio fse da una logopedista
"che non l'aveva mai avuta in cura". Per il Garante "le
violazioni si sono protratte per oltre due anni e hanno
coinvolto i dati sulla salute di tutta la popolazione regionale
assistita, senza che i pazienti ne fossero informati".
"Pur stigmatizzando i comportamenti illeciti dei singoli
operatori, riteniamo - comunica l'Usl - assolutamente infondato
il provvedimento". L'Azienda "ha già conferito mandato ad uno
studio legale esperto in materia, al fine di predisporre
ricorso". (ANSA).
Usl Vda sanzionata da Garante privacy, 'privilegiato salute'
Privacy pazienti violata in pandemia? 'Faremo ricorso'