"Non si prevede che l'ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica del Covid-19 nell'Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo". È quanto ha affermato l'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) in una nota.
Nel ricostruire la situazione cinese, l'Ecdc ha ricordato come, dopo il picco raggiunto il 2 dicembre scorso, "nelle ultime tre settimane, l'incidenza è diminuita, probabilmente anche a causa di un minor numero di test effettuati". Mancano inoltre dati affidabili "sui casi di Covid-19, sui ricoveri ospedalieri, sui decessi, nonché sulla capacità e sull'occupazione delle unità di terapia intensiva in Cina".
Sono invece finalmente disponibili dati più solidi sulle varianti in circolazione: secondo l'Ecdc nell'ultimo mese il Paese asiatico ha depositato 592 sequenze del virus SarsCov2, 540 delle quali nella sola settimana dal 25 dicembre al 30 dicembre. Di queste, il 35% era rappresentato dalla sotto-variante BA.5.2, il 24% da BF.7, il 18% da BQ.1 (cosiddetta Cerberus), il 5% da BA.2.75 (detta Centaurus), il 4% da XBB (Gryphon) e il 2% da BA.2. Sono state inoltre segnalate le sotto-varianti BA.5.6, BA.4.6, BM.4.1.1 e BA.2.3.20.
Rassicura il fatto che al momento non sia stata rilevata alcuna nuova variante.
La situazione, conclude l'Ecdc, continua a essere monitorata con attenzione e "se necessario, saranno riviste le valutazioni del rischio e si procederà ad adeguare le azioni".