(ANSA) - ROMA, 12 FEB - "Si stima che circa il 15% dei circa
2.400 bambini e ragazzi che ogni anno ricevono una diagnosi di
tumore migri in una regione diversa per curarsi, ovvero circa
300.
Il tumore nel bambino, precisa all'ANSA, "è una malattia
rara: ogni anno ci sono circa il numero di diagnosi che ci sono
in un giorno per l'adulto. Di qui le difficoltà nella ricerca,
sia da un punto di vista di investimenti da parte dell'Industria
che da un punto di vista di allestimento dei trial clinici". Non
sono ancora disponibili, aggiunge, "dati riguardo il ritardo di
diagnosi, ma negli ultimi anni è migliorata la formazione in
oncologia nelle Scuole di Specializzazione in pediatria". Per
alcuni tumori, i livelli di guarigione sono molto elevati: per
le leucemie si guarisce in circa l'80% dei casi; mentre sono
molto più bassi per alcuni tumori solidi e cerebrali, in cui non
superano il 40%.
Quanto alle origini dei tumori pediatrici, "si sa ancora
poco e non possono essere chiamati in causa fattori
comportamentali (stili di vita) o familiari; anche gli studi su
cause ambientali non hanno portato a risultati certi". Quindi
l'ipotesi più probabile sono mutazioni geniche sorte ex novo.
In qualsiasi caso, dal punto di vista epidemiologico, in base a
dati Airtum nel quinquennio 2012-2017 (ultimi disponibili) "non
è stato registrato un aumento di diagnosi rispetto al
quinquennio precedente". Certo è, conclude, "che molto si
dovrebbe fare per promuovere un maggior utilizzo dei big data
anche in quest'area". (ANSA).
Tumori, in viaggio per curarsi un bambino su 7
Prete (Aieop), da Sud a Centro-Nord per terapie più avanzate