"Quando i medici mi hanno chiesto se fossi d'accordo, ho risposto subito: sono pronto. Quel giorno ero senza parole: è stato il giorno più importante della mia vita perché avrei potuto salvare mio figlio.
Il 21 febbraio, il figlio - chiamato 'Mario' oggi all'incontro con i giornalisti per tutelare la sua identità e per la sua passione per il gioco 'Super Mario Bros' (è entrato in sala operatoria tenendo in mano il pupazzo) - è stato dimesso e sta bene. "Non so come ringraziare quanto è stato fatto - ha aggiunto il genitore, molto commosso -. Da solo io posso salvare una vita: questo vuol dire che tutti non possiamo salvare il mondo, ma tante vite sì". "Mario - ha detto ancora - sa cosa è successo e dice soltanto che deve guarire per poter tornare a vivere una vita normale. Il suo primo desiderio è stato un Lego,: è un grande appassionato. Ovviamente gliel'abbiamo regalato".
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