In sala operatoria, in terapia intensiva, in ambulanza, in sala parto, nell'accompagnamento al fine vita ma anche anche per la terapia del dolore cronico: sono circa 15.000 gli anestesisti e rianimatori in Italia che hanno avuto un ruolo chiave nei momenti più delicati nella vita e lo hanno avuto anche in pandemia Covid-19. A fare il punto Antonino Giarratano, presidente della società scientifica nata nel 1934, durante l'inaugurazione del primo centro di formazione in simulazione Settecento metri quadrati e affaccio sul ministero dell'Interno la nuova sede e' stata inaugurata oggi al Viminale dove gli oltre 11.000 soci Siaarti, di cui il 32% al Sud, il 43% al nord e il 25% centro e il 56% donne, avranno a disposizione una sala da 80 posti, due sale di simulazione ad alta fedeltà con regia dedicata, una sala task-trainer con sette postazioni per mostrare come intubare, estubare, monitorare i parametri di ossigeno, battito. Qui la nuova sede Siaarti mette a disposizione oltre 120 corsi l'anno, strutturati in percorsi formativi.
"La simulazione in ambito sanitario - ha detto Giarratano - è ampiamente utilizzata nella formazione clinica di studenti e professionisti sanitari. E' una valida strategia per insegnare, apprendere e valutare le abilità cliniche a diversi livelli di formazione: universitaria, post-lauream e permanente". Quella degli anestesisti e rianimatori, ha detto Francesco Zaffini, presidente della Commissione Lavoro e Sanità del Senato, "è una professione importantissima, che ha mostrato la sua centralità in particolare durante la pandemia Covid, purtroppo presenta carenze nel numero di specialisti, Per questo andrebbe incentivata anche con interventi di tipo retributivo. Il mio impegno va in questa direzione".
Gli anestesisti e rianimatori sono stati "la prima linea nel contrasto al Covid- 19", hanno "mostrato resilienza nel fronteggiare una patologia nuova e capacità di adattamento ai necessari cambiamenti organizzativi che hanno interessato i reparti, acquistando ulteriori competenze e abilità tecniche che, anche attraverso la formazione, saranno trasmesse a studenti e colleghi più giovani", ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, durante l'inaugurazione del centro a Roma. "C'è un'altra emergenza - ha aggiunto - che oggi siamo chiamati a gestire e risolvere: la disaffezione verso le discipline, come quella di anestesia e rianimazione, a maggiore stress e burn-out, e rese poco attrattive anche dalla scarsa valorizzazione economica. Ribadisco la volontà di procedere a una rivalutazione del trattamento economico di chi ogni giorno è impegnato nel servizio sanitario pubblico ma oltre alla valorizzazione economica dobbiamo rendere il Servizio Sanitario Nazionale più attrattivo intervenendo sulla riorganizzazione dei modelli".
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