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Glaucoma, una settimana dedicata alla prevenzione

Ancora tanti non sanno di averlo o non si curano efficacemente

Redazione Ansa

"Vivi senza macchia. Metti in chiaro la tua vista". Questo il messaggio di Iapb, l'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, per la settimana mondiale del glaucoma, che si celebra fino al 18 marzo. Il messaggio lanciato per l'iniziativa è che il glaucoma è una malattia dell'occhio, legata alla pressione oculare, che colpisce circa un milione di italiani, metà dei quali non lo sa.
    La patologia non dà sintomi se non in fase avanzata, quando i danni non sono più recuperabili. Se viene scoperto in tempo, la cecità può essere evitata. Per questo, l'invito è ad effettuare una visita dall'oculista, senza rimandare. Per la settimana, Iapb (l'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità) e Uici, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, uniscono le forze in una serie di appuntamenti in 85 città la maggior parte dei quali legata a controlli oculistici, incontri divulgativi e distribuzione di materiale informativo.
    Tutte le informazioni sono reperibili sul sito dedicato www.settimanaglaucoma.it. In occasione della settimana mondiale del glaucoma, Iapb Italia Onlus ha rilasciato anche i primi dati emersi dalla campagna di prevenzione Vista in Salute, che ha offerto uno screening per il glaucoma, le maculopatie e la retinopatia diabetica ad oltre ottomila persone di età superiore ai 40 anni in 54 città italiane e nell'arco dei tre anni. Dai dati emerge che il 10% dei malati di glaucoma non si cura a sufficienza e il 4 per cento di coloro che si sono sottoposti alla visita, una persona su 25, è ad altissimo rischio di essere affetto dalla malattia, senza averne il minimo sospetto, rischiando di perdere la vista. "L'unico strumento per diagnosticare per tempo il glaucoma è la visita dal medico oculista e l'unico modo per arginarne il decorso è seguire scrupolosamente la terapia. Solo così - conclude Mario Barbuto, presidente di Iapb Italia Onlus - possiamo sconfiggere una patologia subdola, silenziosa, che si alimenta nella disinformazione". 
   

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