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In Italia calano casi Tbc nel 2020 ma Covid ferma diagnosi

Siti, pesano condizioni migranti, individuare prima le infezioni

Immagine di archivio

Redazione Ansa

"Il nostro paese è interessato da flussi migratori provenienti da Paesi in cui l'incidenza di Tubercolosi è elevata. Le condizioni di sovraffollamento che possono verificarsi sia durante il viaggio che nei centri di accoglienza facilitano la trasmissione del micobatterio".
    Nonostante questo l'Italia "è tra i Paesi a bassa incidenza di Tbc", con meno di 20 casi su 100.000 abitanti, per un totale di quasi 2.300 casi nel 2020, in calo dal 2010 ma anche per effetto della pandemia. A sottolinearlo è la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti) che, in vista della Giornata Mondiale sulla Tubercolosi del 24 marzo, chiede di aumentare la diagnosi rapida, lo sviluppo di vaccini e di terapie contro forme resistenti.
    La pandemia Covid , precisa Siti, "ha determinato una diminuzione delle notifiche dei casi in tutto il mondo, che sono passate dai 7,1 milioni nel 2019 a 5,8 milioni nel 2020 (-18%)".
    In Italia, secondo il "Tuberculosis Annual Epidemiological Report for 2020'', i casi sono stati 2.287 nel 2020, 3.346 nel 2021, 3.912 nel 2018. Il contrasto alla diffusione della tubercolosi, che resta una malattia in molti casi mortale, deve passare, per gli esperti, "attraverso una serie di interventi coordinati in modo da ridurre il rischio di diffusione di questo pericoloso patogeno".
    "L'individuazione precoce dei casi di infezione - precisa Roberta Siliquini, presidente Siti - è necessaria per garantire l'accesso ad un trattamento precoce. Per ottenerla, occorre agire sulle condizioni di salute delle persone che giungono nel nostro Paese, sia tramite l'abbattimento delle barriere socio-linguistiche che attraverso l'attuazione di protocolli per la valutazione precoce dello stato di salute e per il monitoraggio nelle fasi successive all'accoglienza. È opportuno, inoltre, uno sforzo in maggiori investimenti nei Dipartimenti di Prevenzione, anche in termini di reclutamento di risorse umane che possano svolgere un ruolo di coordinamento al fine di attuare una ricerca proattiva dei casi di TBC". 
   

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