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Al Santo Spirito concerto d'archi e cure con 'Note di terapia'

Progetto di musicoterapia con Allieve Santa Cecilia e Neuchatel

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 14 APR - In una mattina di nuvole e sole - nel day hospital oncoematologico e di medicina interna e nel Chiostro dei Frati dell'ospedale Santo Spirito in Sassia - la musica e la cura sono tornate al centro, secondo l'antica tradizione del nosocomio più antico d'Europa.
    Nove giovani musiciste - sette violini, una viola e un violoncello - hanno accompagnato in un concerto d'archi con brani di Bach, Mozart e Galuppi le terapie quotidiane dei pazienti, portando sollievo e bellezza nella loro giornata e in quella di medici, infermieri, ospiti e familiari di passaggio nel grande cortile dell'ospedale. Un luogo di cura affacciato sul lungotevere che dal 1100 non ha mai smesso di funzionare ma già dal '600 esisteva come ostello e ospedale per i pellegrini in visita alla tomba di Pietro.
    Un progetto semplice e toccante: 'Note di terapia', voluto dalla UOC Medicina Interna del Santo Spirito, con le giovani allieve del Conservatorio di Santa Cecilia, del Conservatorio di Neuchatel e del Liceo Giordano Bruno di Roma. A coordinarle i maestri Ruggero Sfregola e Ruggiero Di Donna, dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ed Olivier Piguet, del Conservatorio di Neuchatel. "In fondo il figlio di Apollo Asclepio, l'Esculapio latino il cui bastone è simbolo della professione medica, curava con la musica già nella grecia antica" racconta il dottor Agostino Valenti, uno dei responsabili della UOC Medicina Interna del Santo Spirito, da anni medico dell'Orchestra di Senta Cecilia e tra i promotori di 'Note di Terapia'.
    E' dunque tornato oggi alla sua funzione di sempre, l'ospedale che Innocenzo Terzo aveva pensato come luogo di accoglienza e cura dei bambini abbandonati nella Ruota degli Esposti, dalla quale venivano presi per essere lavati nel vino e marcati con un piccolo tatuaggio sotto i piedi: la croce a doppio braccio simbolo del Santo Spirito. E dove poi le donne venivano ad allattare, allietate dalla musica, come raccontano gli affreschi trecenteschi con immagini di flauti, archi, cornamuse. Nelle splendide Corsie sistine - gallerie affrescate dove fino al 1998 erano ancora disposti i letti degli ammalati, con un gigantesco organo in posizione centrale nella stanza di degenza - per centinaia di anni musica e cura hanno portato sollievo ai pazienti. Come oggi, con la soave musica di nove giovani musiciste ed il loro concerto d'archi. (ANSA).
   

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