Le mascherine sono state fondamentali in questi anni, ma la nuova situazione epidemiologica e l'immunizzazione realizzata con vaccinazioni e immunità naturale pongono di fronte a nuovi scenari. Restano uno strumento consigliato per i soggetti fragili soprattutto in ospedale e nelle Rsa.
"Attualmente le complicanze gravi dell'infezione da SARS-CoV-2 sono fortunatamente rare, grazie alla campagna di vaccinazione effettuata nel nostro Paese su larga scala - afferma Lorenzo Palleschi, Presidente della Società Italiana di Geriatria, Ospedale e Territorio (Sigot) - tuttavia, i cosiddetti pazienti fragili, che hanno una ridotta capacità di risposta e reazione nei confronti di agenti perturbanti, sia esterni che interni, ossia i pazienti immunodeficienti, i pazienti oncoematologici, i pazienti affetti da gravi insufficienze d'organo come insufficienza renale o respiratoria, i pazienti in generale affetti da più patologie croniche contemporaneamente e i pazienti di età molto avanzata - per queste categorie sarebbe auspicabile un mantenimento di un livello di vigilanza alta".
Secondo Marco Falcone, Segretario della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali "oggi la situazione epidemiologica è diversa per numerose ragioni: vi è un'immunizzazione pressoché totale della popolazione tra vaccini e immunità naturale; la circolazione del virus rimane limitata; continuano a prevalere varianti che non provocano una malattia grave. Pertanto, non si ravvisa una necessità dell'uso obbligatorio di mascherine, che hanno un ruolo più limitato che in passato".
Società scientifiche, 'le mascherine consigliate ai fragili'
"Sono state fondamentali ma ora siamo di fronte a nuovi scenari"