Tra il 2018 e il 2020 sono state segnalate, in 13 Paesi europei, quasi 19.680 infezioni del sito chirurgico su oltre 1,2 milioni di interventi chirurgici.
A indicarlo è il nuovo Rapporto del Centro Europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Le infezioni del sito chirurgico sono le più frequenti infezioni ospedaliere e provocano degenze ospedaliere più lunghe, ulteriori procedure chirurgiche, fino ad arrivare in alcuni casi a sepsi, ricovero in terapia intensiva e decesso.
Per questo sono costantemente monitorate dall'Ecdc.
Il report ha monitorato oltre 2.500 ospedali che fanno parte della rete di sorveglianza, includendo gli esiti di 9 tipi di procedure chirurgiche: protesi del ginocchio, dell'anca, bypass coronarico, colecistectomia a cielo aperto e laparoscopica, chirurgia del colon a cielo aperto e laparoscopica, taglio cesareo e laminectomia. La percentuale di infezione post operatoria varia a seconda del tipo di procedura chirurgica: dallo 0,6% da quella per la protesi del ginocchio al 9,5% nella chirurgia del colon aperto.
Quasi un terzo dei casi sono stati diagnosticati in ospedale e i patogeni più frequenti son stati gli enterococchi (17,6%), l'escherichia coli (17,2%) e lo stafilococco aureo (15,2%).
Confrontando l'anno 2020 con il 2018-2019, infine, c'è una diminuzione del numero annuo di procedure chirurgiche segnalate e dei paesi che partecipano alla sorveglianza riportando i propri dati. E il motivo, indica l'Ecdc è che la pandemia di Covid-19 ha ridotto la raccolta di dati in questo ambito, così come per altre attività di sorveglianza di sanità pubblica.
In Europa 1,6 infezioni chirurgiche ogni 100 interventi
Report Ecdc, 'in Italia incidenza più bassa della media europea'