Tutti i neonati dovrebbero essere nutriti con latte materno, ma il ruolo di questo alimento è ancor più importante per i prematuri, che sono più fragili e con un apparato immunitario meno formato. Per loro, il latte materno, è un vero e proprio scudo contro alcune complicanze legate alla prematurità.
"Al Policlinico Gemelli abbiamo tanti neonati prematuri ricoverati in terapia intensiva e tante mamme, oltre 4 mila l'anno, che decidono di far nascere il proprio figlio qui", spiega Giovanni Vento, direttore della Uoc di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Gemelli. A loro sono rivolte le informazioni per diventare aspiranti donatrici: basta essere in buona salute, seguire uno stile di vita sano ed essere negative agli screening infettivologici, gli stessi richiesti in gravidanza.
Le donatrici raccolgono il latte a casa e avvertono la Banca del Gemelli che invia del personale dedicato per raccogliere i preziosi contenitori. Una volta arrivato alla banca, il latte viene pastorizzato e sottoposto ad esami batteriologici, secondo un protocollo molto stringente a garanzia della sicurezza del neonato. Il progetto prevede anche una parte dedicata alla ricerca, per studiare le caratteristiche distintive del latte materno che variano da donna a donna.
Che si tratti di quello donato o di quello della mamma, i prematuri che assumono latte materno "vedono ridurre in modo significativo - sottolinea il coordinatore Giovanni Vento - il rischio di enterocolite necrotizzante, una sorta di infarto intestinale che rappresenta una patologia gravissima e a volte fatale. Anche il rischio di bronco-displasia polmonare è nettamente ridotto come quello di patologie infettive", mentre "aumenta la sopravvivenza globale".
Secondo i dati della Società Italiana di Neonatologia, con oltre 40 Banche del Latte Umano Donato (Blud), l’Italia è il primo paese in Europa.
Al Gemelli la banca del latte materno, per un dono salvavita
Alimento-scudo contro le complicanze legate alla prematurità