(ANSA) - ROMA, 20 AGO - "Prima chiudiamo i contratti e meglio
è. Non potrà avvenire nulla di nuovo e sono relativi a un
periodo precedente al Covid e al Dm77 (sugli standard
dell'assistenza territoriale, ndr.
Riforma che dovrà portare l'Italia "a tornare ad essere un punto
di riferimento e ad essere il Paese dove si offrono le migliori
cure. Possiamo candidarci a questo ruolo, abbiamo tanti
professionisti e poli di eccellenza ma dobbiamo imparare ad
organizzarci".
A inquadrare la situazione in vista della ripresa dopo
l'estate è il presidente della Fnomceo Filippo Anelli dal quale
parte il richiamo a "puntare sui giovani".
"Uno dei nodi caldi per la nostra professione e per la
Sanità italiana su cui occorre mettere la massima attenzione e
sul quale ci aspettiamo risposte - dice Anelli all'ANSA - è
quello di rendere attrattivo il nostro sistema sanitario, e non
solo per i giovani. Maggior peso e più risorse. I 15mila medici
che sono all'estero potrebbero tornare a lavorare nei nostri
ospedali". Dunque maggior peso agli ospedali e sul territorio
realizzare un lavoro di gruppo con case di comunità che possono
essere inquadrate in forme associative. Ma servono risorse. Da
qui la battaglia attesa sul fronte dell'aumento dei fondi. "Il
ministro della Salute Schillaci - ricorda Anelli - ha chiesto al
ministro dell'Economia 4 miliardi in più. Se riuscisse a portare
a casa questo intento si comincerebbe a ragionare". I giochi, fa
intendere Anelli, non sono da considerarsi chiusi. Grande anche
il pressing in tal senso - evidenzia - da parte della stessa
Fnomceo e delle organizzazioni sindacali.
In merito all'assistenza territoriale, la situazione rispetto
a quella degli ospedali, è un po' diversa. "Si parla di modifica
del rapporto di lavoro ma il passaggio alla dipendenza del
Servizio nazionale sanitario dei medici di famiglia è un
processo difficile. Cosa dovremmo fare? Chiudere tutti gli studi
e andare a lavorare dove decidono i datori di lavoro, in questo
caso le Aziende ospedaliere?", si chiede Anelli che spiega:
"Salterebbe la capillarità dell'assistenza senza contare le
complesse implicazioni organizzative e un contratto di lavoro
specifico che disciplini i compiti e un inquadramento nuovo.
Allora prima di avviarsi verso l'ignoto e fare una proposta
serve un quadro chiaro. A mio avviso questo dibattito ci
allontana dal vero problema - continua il presidente della
Federazione nazionale degli Ordini dei Medici - cioè che sul
territorio mancano le competenze diversificate. I medici devono
lavorare in equipe per rispondere al diritto del cittadino di
essere curato".
Infine le vaccinazioni per l'autunno. "Consiglierei a tutti
quelli che hanno fatto la terza dose di fare il richiamo
anti-Covid. Vaccinarsi - conclude Anelli - è importante".
(ANSA).
>ANSA-BOX/Medici,'Italia sia riferimento cure e punti a giovani'
Sui fondi giochi aperti.Anelli:'Ora contratti, ma serve riforma'