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>ANSA-BOX/Medici,'Italia sia riferimento cure e punti a giovani'

Sui fondi giochi aperti.Anelli:'Ora contratti, ma serve riforma'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 AGO - "Prima chiudiamo i contratti e meglio è. Non potrà avvenire nulla di nuovo e sono relativi a un periodo precedente al Covid e al Dm77 (sugli standard dell'assistenza territoriale, ndr. ) perchè riguardano gli anni 2019-2021. Occorre quindi chiudere questo capitolo propedeutico e avviare una vera e propria riforma del sistema sanitario".
    Riforma che dovrà portare l'Italia "a tornare ad essere un punto di riferimento e ad essere il Paese dove si offrono le migliori cure. Possiamo candidarci a questo ruolo, abbiamo tanti professionisti e poli di eccellenza ma dobbiamo imparare ad organizzarci".
    A inquadrare la situazione in vista della ripresa dopo l'estate è il presidente della Fnomceo Filippo Anelli dal quale parte il richiamo a "puntare sui giovani".
    "Uno dei nodi caldi per la nostra professione e per la Sanità italiana su cui occorre mettere la massima attenzione e sul quale ci aspettiamo risposte - dice Anelli all'ANSA - è quello di rendere attrattivo il nostro sistema sanitario, e non solo per i giovani. Maggior peso e più risorse. I 15mila medici che sono all'estero potrebbero tornare a lavorare nei nostri ospedali". Dunque maggior peso agli ospedali e sul territorio realizzare un lavoro di gruppo con case di comunità che possono essere inquadrate in forme associative. Ma servono risorse. Da qui la battaglia attesa sul fronte dell'aumento dei fondi. "Il ministro della Salute Schillaci - ricorda Anelli - ha chiesto al ministro dell'Economia 4 miliardi in più. Se riuscisse a portare a casa questo intento si comincerebbe a ragionare". I giochi, fa intendere Anelli, non sono da considerarsi chiusi. Grande anche il pressing in tal senso - evidenzia - da parte della stessa Fnomceo e delle organizzazioni sindacali.
    In merito all'assistenza territoriale, la situazione rispetto a quella degli ospedali, è un po' diversa. "Si parla di modifica del rapporto di lavoro ma il passaggio alla dipendenza del Servizio nazionale sanitario dei medici di famiglia è un processo difficile. Cosa dovremmo fare? Chiudere tutti gli studi e andare a lavorare dove decidono i datori di lavoro, in questo caso le Aziende ospedaliere?", si chiede Anelli che spiega: "Salterebbe la capillarità dell'assistenza senza contare le complesse implicazioni organizzative e un contratto di lavoro specifico che disciplini i compiti e un inquadramento nuovo.
    Allora prima di avviarsi verso l'ignoto e fare una proposta serve un quadro chiaro. A mio avviso questo dibattito ci allontana dal vero problema - continua il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici - cioè che sul territorio mancano le competenze diversificate. I medici devono lavorare in equipe per rispondere al diritto del cittadino di essere curato".
    Infine le vaccinazioni per l'autunno. "Consiglierei a tutti quelli che hanno fatto la terza dose di fare il richiamo anti-Covid. Vaccinarsi - conclude Anelli - è importante".
    (ANSA).
   

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