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Un nuovo farmaco per gli oltre 6.500 pazienti con nefrite lupica in Italia

E' più efficace. Autorizzata la rimborsabilità dall'Aifa

Identificata per prima volta causa genetica Lupus

Redazione Ansa

Sono oltre 6.500 in Italia i pazienti colpiti da nefrite lupica: è una grave conseguenza del lupus eritematoso sistemico, malattia infiammatoria autoimmune che può colpire diversi organi e che nel nostro Paese registra circa 30mila casi. Si tratta di una patologia non molto diffusa ma difficile da diagnosticare e trattare. Per questi pazienti, nel 90% dei casi donne, arriva una nuova opzione terapeutica: è la molecola voclosporina, un agente immunosoppressore che recentemente ha ottenuto la rimborsabilità da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). E' in grado di ridurre l'infiammazione e altri sintomi della malattia con una maggiore efficacia rispetto ad altre terapie e permettendo di ridurre significativamente l'utilizzo del cortisone, associato a pesanti effetti collaterali.
    Il lupus eritematoso è una malattia autoimmune infiammatoria cronica che può avere diverse manifestazioni cliniche, sottolinea Gian Domenico Sebastiani, presidente della Società italiana di reumatologia (Sir) : "Si caratterizza per la produzione di numerosi autoanticorpi patogeni che determinano danni tissutali. Febbre, stanchezza, rash cutanei, artrite, riduzione dei globuli del sangue sono i principali e più frequenti sintomi". La nefrite lupica, una complicanza, rileva Sandro Feriozzi, direttore Nefrologia ed Emodialisi all'Ospedale Belcolle di Viterbo, "se non viene curata in modo adeguato, può portare alla malattia renale in stadio terminale, fino alla dialisi o al trapianto di rene. E' stato calcolato come il rischio di mortalità nei pazienti con nefrite lupica sia tre volte maggiore rispetto a quelli colpiti solo da lupus".
    Ad oggi purtroppo, la nefrite lupica è diagnosticata in media con due anni di ritardo: "Ciò a causa della scarsa frequenza e dunque conoscenza della patologia - afferma Sebastiani - ma anche per l'esiguo numero di reumatologi sul territorio e strutture specializzate". La conseguenza, sottolinea, è il problema delle lunghe liste di attesa: "All'ospedale San Camillo ad esempio, dove è presente questa specializzazione, le liste di attesa sono di oltre 12 mesi".
    Secondo gli esperti, il nuovo trattamento - prodotto dall'azienda Otsuka Pharmaceutical e presentato oggi alla presenza di Suzuki Satoshi, Ambasciatore Straordinario del Giappone e Plenipotenziario in Italia - rappresenta dunque un passo avanti per questi pazienti, dal momento che migliora la prognosi, presenta alti tassi di risposta renale completa e riduce il danno d'organo. Ora, conclude Silvia Tonolo, presidente dell'Associazione nazionale malati reumatici (Anmar), "l'auspicio è che le Regioni garantiscano un accesso rapido al nuovo trattamento, poiché il problema resta quello della forte disparità regionale". 
   

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