Alcune misure sono "condivisibili" come l'ulteriore potenziamento dell'assistenza domiciliare e della telemedicina, altre sono "incomprensibili" come il taglio dei posti di terapia intensiva, altre ancora rischiose, perché potrebbero "lasciare indietro le Regioni meridionali". È questo il giudizio della Fondazione Gimbe sulla revisione della Missione Salute del Pnrr richiesta dal Governo e approvata nei giorni scorsi dalla Commissione Europea.
È invece "poco comprensibile" "la rimodulazione al ribasso del numero di posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva di ben 1.803 unità (ovvero 1 su 4)", prosegue il presidente Gimbe. "Non era prevista nella proposta di rimodulazione del 27 luglio 2023; riguarda un progetto già finanziato con i fondi del decreto rilancio; infine, il potenziamento di queste strutture rappresenta una misura chiave del nuovo piano pandemico", conclude Cartabellotta.
Gimbe, nella nuova versione del Pnrr meno intensive e case di comunità
Scompaiono quasi 500 strutture territoriali