(ANSA) - ROMA, 04 DIC - Medici, infermieri, volontari,
tecnici di laboratorio e radiologi, vertici dell'ospedale e
personale amministrativo: l'intero team dell'Ospedale Santo
Spirito in Sassia a Roma ha accolto oggi nelle splendide Corsie
sistine del complesso più di 500 pazienti, per un concerto
gratuito eseguito da professori dell'orchestra di Santa Cecilia,
con le Quattro stagioni di Antonio Vivaldi e i sonetti originali
scritti dal musicista veneto per accompagnare la partitura.
La musica e la cura sono tornate al centro, portando sollievo
e bellezza ai pazienti secondo l'antica tradizione del nosocomio
più antico d'Europa, che dal 1100 non ha mai smesso di
funzionare ma già dal '600 esisteva come ostello e ospedale per
i pellegrini in visita alla tomba di Pietro. "Osler, internista
dell'800, diceva: 'un buon medico cura la malattia, un medico
eccellente cura la persona che ha la malattia'. La cura del
paziente non si esaurisce con la risoluzione del suo problema
clinico, anche se il nostro supporto medico è necessario, ma
nella ricerca del suo benessere in senso olistico, facendosi
carico del malato in modo totale. Oggi il nostro ospite d'onore
è il paziente" spiega il dottor Agostino Valenti, responsabile
del day hospital di medicina interna del Santo Spirito, da anni
medico dell'Orchestra di Santa Cecilia, ideatore dell'evento, di
concerto con la direzione sanitaria e generale. Il patrocinio è
di Ordine dei medici, Scuola medica e ospedaliera e Acosi,
l'associazione culturale degli ospedali storici italiani.
"Il logo dell'accademia di Santa Cecilia ha come motto
'Concordia discors', l'armonia nelle diversità. Perché in
un'orchestra è il lavoro di tutti che porta al risultato. Un
bravissimo primo violino da solo non basterebbe. E oggi noi
siamo qui: medici di tutte le unità operative, infermieri,
volontari, tecnici, amministrativi, vertici aziendali. Come
ospedale vogliamo presentarci in equipe, siamo una squadra che
lavora per il benessere totale del paziente, vigilando su di
lui, seguendolo in un percorso che per ciascuno è unico", dice
ancora Valenti. (ANSA).
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