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Due medici italiani tra migliori ricercatori Università tedesca

Conducono studi d'avanguardia in neurologia

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 15 DIC - Importante riconoscimento per due medici italiani impegnati all'Università Martin Lutero di Halle, in Germania. Hanno infatti ottenuto la menzione tra i migliori ricercatori dell'anno Lorenzo Barba, 27 anni, nato e cresciuto a Perugia dove si è laureato con lode e menzione accademica nel 2020, e Samir Abu Rumeileh, 34 anni, madre italiana e padre palestinese, che ha ottenuto la laurea in medicina a Udine, specializzandosi poi in neurologia all'Università di Bologna. A entrambi è stato così messo a disposizione un finanziamento di 10 mila euro per condurre autonomamente le proprie ricerche.
    "Sono orgoglioso di essere italiano ma qui mi trovo bene e in Germania sono felici di collaborare con noi" ha detto all'ANSA Lorenzo Barba che ha lavorato prima come ricercatore clinico all'Università di Ulma (Germania), centro tedesco di riferimento per le malattie neurodegenerative come demenze e Sla, e poi come medico assistente in formazione specialistica nella stroke unit dell'Università Martin-Lutero di Halle. Si occupa da anni di ricerca sperimentale e clinica in ambito di neurologia, con l'obiettivo principale di sviluppare e validare nuovi biomarcatori su liquido cerebrospinale e sangue per la diagnosi, per la prognosi e per il monitoraggio di pazienti con malattie neurodegenerative e cerebrovascolari. Ad Halle ha vinto un bando universitario per poter svolgere attività di ricerca parallelamente a quella clinica, che inizierà nel 2024.
    Il dottor Abu Rumeileh ha lavorato come neurologo anche lui all'ospedale universitario di Ulma e da due anni è a quello di Halle nel reparto specializzato di terapia intensiva neurologica trattando pazienti con quadri neurologici gravi. Ha qui conseguito la sua seconda specializzazione in terapia intensiva neurologica. Anche lui ha vinto un bando universitario per poter svolgere attività clinica nel 50% delle sue ore lavorative e 50% ricerca. Da più di sei anni infatti svolge inoltre ricerca nell'ambito della validazione di nuovi biomarcatori diagnostici e prognostici per le malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer. (ANSA).
   

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