Influenza: ancora 1 milione di casi nell'ultima settimana
Resta alto e sostanzialmente stabile rispetto alla scorsa settimana il numero di casi di sindromi simil-influenzali in Italia. Tra il 25 al 31 dicembre, secondo il bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità sono stati poco più di 1 milione gli italiani messi a letto da virus respiratori, più di un terzo da virus influenzali. Secondo il bollettino, l'incidenza delle sindromi simil-influenzali è stata pari a 17,5 casi per mille abitanti (era 17,7 nella settimana precedente). Sono ancora i bambini piccoli i più colpiti: nella fascia al di sotto dei cinque anni, il tasso è pari a 48,7 casi ogni mille; è pari a 19,21 in quella 5-14 anni; 17,15 in quella 15-64 anni; a 10,28 negli over-65. Tra le Regioni, l'incidenza più alta è stata registrata in Campania, con 24,51 casi ogni mille abitanti; seguono il Friuli-Venezia Giulia con 23,69 e l'Umbria con 22,93. Si conferma la crescita della circolazione dei virus influenzali. Tra i campioni analizzati dai laboratori afferenti alla rete RespiVirNet il 37,5% è risultato positivo per l'influenza (erano il 33,5% la scorsa settimana); il 22% era positivo per SarsCoV2, l'11% per virus respiratorio sinciziale, mentre i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori.
"Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane ci sarà ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole". Così Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. "La stagione influenzale appare particolarmente intensa e a oggi il virus influenzale è prevalente anche rispetto al Sars-Cov-2", nonostante questo resti in una quota rilevante, continua Palamara. E il bollettino di oggi, dice, "conferma che l'incidenza delle sindromi simil-influenzali è ancora alta, anche se si mantiene stabile rispetto alla scorsa settimana".
Covid
L'indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l'incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima.
Questo quanto emerge dall'ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità in cui viene spiegato che, per l'Rt, i valori potrebbero essere sottostimati "a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi" e per l'incidenza "in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi".
Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l'occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all'11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023).
I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l'età, presentando i valori più elevati nella fascia d'età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l'età.
L'incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province. L'incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente.
Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall'11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d'interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).
"L'andamento epidemiologico, pur risentendo di un inevitabile ritardo del conferimento dei dati da parte delle Regioni a causa del periodo festivo, si consolida come assolutamente poco impattante sui ricoveri ospedalieri, indicatore certamente oggi più affidabile e significativo, oltre che in un decremento degli indici di contagio e trasmissibilità", ha affermato il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia.