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Smog, dai pediatri le buone pratiche per proteggere i bambini

I consigli della Società italiana di pediatria

Smog, dai pediatri buone pratiche per proteggere i bambini

Redazione Ansa

Cercare di evitare le zone trafficate e preferire le aree verdi, in inverno meglio stare fuori casa nelle ore più calde; muoversi a piedi, in bici o con i mezzi pubblici per ridurre il proprio impatto ambientale e se si è alla guida di un'auto moderare la velocità e spegnere il motore da fermi. Sono alcuni dei consigli della Società italiana di pediatria per tutelare i bambini dall'esposizione allo smog e inquinare meno.

Gli alti livelli di polveri sottili e altri inquinanti registrati nella pianura padana hanno destato particolare attenzione nell'opinione pubblica e qualche preoccupazione da parte dei genitori per la salute dei bambini, si legge in un una nota. La Sip, alla luce della letteratura scientifica ad oggi disponibile, fa chiarezza sugli effetti dell'inquinamento dell'aria sulla salute dei bambini e su ciò che ciascuno di noi può fare individualmente per proteggerli e per contribuire a ridurre, quanto più possibile, l'inquinamento attraverso l'adozione di buone pratiche e corretti stili di vita. "Se vero che la soluzione del problema è demandata principalmente a programmi di salute pubblica decisi e guidati dalle istituzioni - precisa la presidente della Sip, Annamaria Staiano - è altrettanto importante ricordare come ciascuno di noi possa fare la differenza adottando comportamenti virtuosi per aiutare a ridurre l'inquinamento atmosferico e migliorare la salute di tutti".

Gli effetti dello smog sulla salute dei bambini. Come rileva la Commissione Ambiente della Società Italiana di Pediatria, ampie evidenze scientifiche confermano l’esistenza di una forte associazione tra inquinamento atmosferico, generato principalmente da traffico, e problemi di salute respiratoria nei bambini. Questi sono infatti più vulnerabili degli adulti, sia perché il loro organismo è in formazione sia perché hanno una maggiore predisposizione a respirare con la bocca, evitando il 'filtro' nasale, sia perché trascorrono più tempo all’aria aperta. Gli effetti dell’inquinamento da traffico sulla salute respiratoria dei bambini possono essere acuti, dovuti all’esposizione di breve durata ad elevate concentrazioni di inquinanti, particolarmente frequenti nelle ore di picco di traffico; o cronici, manifestandosi cioè dopo una esposizione prolungata a livelli di inquinanti non necessariamente elevati. Studi epidemiologici hanno dimostrato che l’esposizione in gravidanza a inquinanti da traffico veicolare, quale il particolato e gli ossidi di azoto, è associato ad un amentato rischio di sviluppare asma. Ampi studi hanno inoltre dimostrato che i bambini residenti sin dalla nascita in aree urbane -metropolitane hanno un aumentato rischio di sviluppare malattie respiratorie. Gli effetti a breve termine possono essere attacchi acuti di asma e infezioni a carico delle vie aeree come otiti, polmoniti e bronchioliti. Inoltre, i bambini asmatici che vivono in ambienti inquinati sperimentano un aumento delle riacutizzazioni, delle visite in emergenze e dei ricoveri. Tra gli effetti a lungo termine vi è il possibile contributo al declino della funzione respiratoria. Dati recenti, seppur meno consolidati, suggeriscono inoltre un’associazione tra esposizione agli inquinanti e altri effetti avversi sulla salute. In particolare, l’esposizione al PM2.5 in epoca prenatale è stata associata a basso peso, prematurità e seppur in misura minore ad anomalie congenite come cardiopatie.

“In particolare, bisogna fare attenzione ai cosiddetti ‘primi mille giorni’, l’arco di tempo che va dal concepimento fino ai primi due anni di vita, che è un periodo particolarmente importante nella vita di una persona perché ciò che accade in questo lasso di tempo ha degli effetti, anche a lungo termine, sulla salute di quell’individuo. Ci sono diversi studi importanti che ci hanno mostrato come anche gli inquinanti ambientali possano esercitare un ruolo da questo punto di vista e lasciare un’impronta determinante per tutto il resto della vita di un individuo”, spiega Rino Agostiniani, consigliere nazionale Sip. 

Come proteggere i più piccoli e inquinare di meno:

Transitare poco in zone trafficate. Quando i rischi ambientali aumentano sarebbe preferibile uscire esclusivamente in aree verdi, evitando lunghi transiti in zone particolarmente trafficate, ricordando che girare con il passeggino in strade altamente trafficate genera sicuramente dei rischi maggiori in quanto il bambino è all’altezza dei gas di scarico. 

Muoversi a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Nell’ambito poi di una riflessione più ampia su ciò che non solo si può fare per tutelare il proprio bambino, ma per ridurre il proprio impatto ambientale e quello del nucleo familiare, una delle indicazioni più semplici che arrivano dai pediatri è quella, quando possibile, di muoversi a piedi, con i mezzi pubblici o con la bicicletta. Scegliere luoghi di riferimento per le proprie attività che si trovano nel quartiere, specie nelle grandi città, può aiutare. Dalla scuola, alla spesa fino agli hobby pomeridiani dei più piccoli.

D’inverno fuori nelle ore più calde, d’estate il contrario. Durante l’inverno con il freddo il particolato si condensa a formare goccioline di aerosol più facilmente inalabili: meglio dunque stare fuori casa nelle ore più calde, mentre d’estate sono le ore centrali della giornata quelle da evitare, perché nei mesi estivi i livelli di ozono aumentano nel corso della giornata con l’aumentare della temperatura.

Alla guida velocità moderata e motore spento da fermi. Alla guida, prediligendo se possibile i modelli di auto meno inquinanti, è importante rispettare le disposizioni sui limiti di accesso alle zone a traffico limitato o i divieti di circolazione nella fascia verde nelle giornate particolarmente inquinate, moderare la velocità, mantenere spento il motore se non necessario.

Far diventare ‘green ’anche il proprio condominio. Anche a casa si può fare molto: ad esempio sensibilizzare il condominio a valutare l’opportunità per il riscaldamento a minore impatto sull’ambiente, tenendo conto del fatto che gli impianti di riscaldamento a combustibili non gassosi dovrebbero essere convertiti a metano e gli impianti di riscaldamento condominiali esistenti dovrebbero essere ristrutturati secondo le tecnologie della termoregolazione della temperatura degli ambienti e contabilizzazione del calore.

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