Circa 11,2 milioni di bambini e giovani entro i 19 anni nell'Unione Europea - ovvero il 13% - soffrono di un problema di salute mentale. In particolare, nell'Ue in totale 5,9 milioni di maschi e 5,3 milioni di femmine fino a 19 anni soffrono di disturbi mentali.
Il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani fra i 15 e i 19 anni nell'Ue. Nel 2020, circa 931 giovani sono morti per suicidio in Europa, equivalenti alla perdita di circa 18 vite a settimana. La prevalenza del suicidio è diminuita nel corso del tempo nell'Ue, afferma l'Unicef, con il 20% dei suicidi in meno nel 2020 rispetto al 2011. Circa il 70% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni che muoiono per suicidio sono maschi. In Italia, tra i giovani tra i 15 e i 19 anni che hanno perso la vita intenzionalmente tra il 2011 e il 2020 il 43% erano ragazzi e circa il 36% ragazze. Circa la metà (48%) di tutti i problemi di salute mentale a livello globale si manifesta entro i 18 anni, eppure molti casi rimangono non individuati e non trattati.
Inoltre, nell'Unione Europea i dati sull'accesso ai servizi per la salute mentale da parte dei bambini sono limitati, ma le evidenze indicano che, nel 2022, per quasi la metà dei giovani tra i 18 e i 29 anni i bisogni di assistenza per la salute mentale non erano soddisfatti. Attualmente, commenta l'organizzazione, "nei Paesi dell'Ue gli investimenti nei servizi per la salute mentale sono esigui rispetto a quelli per la salute fisica. È necessario porre maggiore enfasi sull'affrontare le cause profonde dei problemi di salute mentale attraverso iniziative di prevenzione e la promozione di una salute mentale e di un benessere positivi".
Lo scorso 6 marzo, una delegazione dell'Unicef Italia ha incontrato il Ministro della Salute Orazio Schillaci, al quale sono state consegnate le oltre 21.000 adesioni raccolte per la petizione Unicef 'Salute per la mente di bambini e adolescenti' per chiedere azioni a sostegno del benessere psicosociale e della salute mentale degli adolescenti.
In Italia - "Sono tanti i giovani e giovanissimi che soffrono di malattie mentali e soprattutto depressione, parliamo di oltre 700mila ragazzi in Italia: i dati Unicef diffusi oggi ne sono la conferma", affermano le presidenti della Società Italiana di Psichiatria, Liliana Dell'Osso ed Emi Bondi, commentando i dati Unicef.
"Il disagio che riguarda i ragazzi può vedere l'implicazione di diversi fattori, alcuni anche di entità lieve se presi singolarmente, che dopo la pandemia hanno preso il sopravvento.
L'esperienza del lockdown ha visto l'emergere di altre patologie, somatiche e psichiche, con un forte impatto di natura sociale, ambientale, relazionale, con cui oggi e domani ci troveremo a fare i conti", affermano. La depressione, inoltre, proprio nei giovani e negli anziani "è la principale causa di suicidio. Paradossalmente, pur vivendo in un mondo iperconnesso, di fronte a queste situazioni spesso vince la solitudine, per paura del giudizio e dello stigma che colpisce chi soffre di malattie mentali. Questo è quello che dobbiamo cambiare, perché i nostri giovani non abbiano timore a confrontarsi con un possibile disagio, lasciando che la necessità di aiuto resti dentro. I sintomi di una possibile depressione - affermano le presidenti Sip - non devono mai essere sottovalutati, perché può essere affrontata e curata". La depressione, sottolineano, "è una malattia, non una scelta.
Molti personaggi pubblici, anche giovanissimi, stanno trovando il coraggio di parlarne, di esporsi, di raccontare il loro passato e la loro battaglia contro la depressione. I ragazzi devono fare come loro: alzare la voce. Noi come psichiatri possiamo e dobbiamo, a nostra volta, alzare la voce perché le Istituzioni ci mettano a disposizione risorse e strumenti per fare al meglio il nostro lavoro".