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La Conferenza delle Regioni boccia il decreto sulle liste d'attesa

Proposta una modifica per rendere il testo "rispettoso delle competenze"

liste d'attesa

Redazione Ansa

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome a maggioranza (fatta eccezione la Regione Lazio) ha espresso parere negativo al decreto legge sulle liste d'attesa, e ritiene "imprescindibile lo stralcio dell'articolo 2 la cui attuale formulazione è quanto meno lesiva del principio di leale collaborazione". Per questo propongono una modifica dell'articolo "tesa a migliorare il testo del decreto e a renderlo rispettoso delle competenze e delle prerogative di ciascun livello istituzionale come previsto dalla Costituzione".
    L'articolo 2 in questione, scrivono nella relazione le Regioni, "prevede che a fronte delle segnalazioni di cittadini, enti locali ed associazioni di categoria (che dovrebbero essere innanzitutto trasmesse alle Regioni interessate) l'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria possa accedere presso le Aziende sanitarie, scavalcando le Regioni e le Province Autonome, anche avvalendosi del supporto del Comando Carabinieri per la tutela della salute (anziché delle Regioni stesse)". Le Regioni e le Province Autonome valutano dunque "che l'attuale formulazione, ove non emendata, presenti dei profili di illegittimità costituzionale e considerano quantomeno necessaria una riscrittura condivisa di questo articolo che, nel prevedere lo svolgimento dei monitoraggi e dei controlli delle prestazioni sanitarie sulla base di dati raccolti nella Piattaforma nazionale delle liste di attesa, abbia un chiaro riferimento nella collaborazione interistituzionale e nel rispetto delle rispettive competenze istituzionali". 
   

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