In Italia, oggi gli over 65 "rappresentano il 24% della popolazione e potranno salire al 34% nel 2050. E crescono anche i cosiddetti grandi anziani. Gli scenari demografici prevedono un consistente incremento sia degli ultraottantenni sia degli degli ultranovantenni. Se non interveniamo, questo invecchiamento determinerà una maggiore incidenza di malattie non trasmissibili con evidenti ricadute sullo stato di salute e sui costi sanitari. Ecco perché dobbiamo promuovere un cambio di paradigma: oggi abbiamo un servizio sanitario prevalentemente fondato sulla cura, ma dobbiamo potenziare le politiche di prevenzione, come stili di vita corretti e attività di screening a partire da quelli oncologici". E' il quadro delineato dal ministro della salute Orazio Schillaci in occasione dell'evento 'Invecchiamento attivo attraverso la prevenzione lungo tutto il corso della vita e l'innovazione' in vista della ministeriale del G7 Salute che si svolgerà a ottobre ad Ancona.
Secondo i dati della Sorveglianza Passi dell'Istituto superiore di sanità, ha ricordato il ministro, "abbiamo un 28% di sedentari con un aumento dal 2021 in maniera più evidente al Sud. Il 10,4% degli intervistati risulta obeso e al 43% è stato consigliato di perdere peso. Al 18% delle persone fra 18 e 69 anni nel corso della vita è stata diagnosticata una o più patologie croniche. La cronicità coinvolge di più le persone con status socioeconomico più svantaggiato, con molte difficoltà economiche o bassa istruzione". Sono numeri, ha concluso, "che indicano chiaramente la necessità di invertire il trend incoraggiando le persone a cambiare i propri comportamenti e a essere protagoniste del proprio stato di salute".
"Sono tre le priorità che ci siamo dati per il G7 Salute e che abbiamo condiviso con gli altri partner: il rafforzamento dell'architettura sanitaria globale; l'antimicrobico resistenza in ottica One Health e la prevenzione lungo tutto il corso della vita legata all'invecchiamento attivo", ha aggiunto il ministro. Queste priorità, ha precisato, "sono sostenute anche nel comunicato finale dei leader riuniti di recente nel vertice in Puglia a dimostrazione della centralità che la Presidenza italiana ha voluto dare alla salute".
"Il nostro cammino verso la ministeriale di Ancona dunque va avanti con una serie di incontri tecnici, anche di confronto con la società civile", ha aggiunto il ministro, rilevando che per per la priorità legata all'invecchiamento attivo è stata scelta Genova perché "la Liguria è un hub di innovazione ed è la Regione più anziana d'Europa - età mediana più alta - dove quindi c'è una grande attenzione e sensibilità alle politiche per l'invecchiamento".
"La prevenzione è un'asse importante e l'invecchiamento in salute è una via obbligata: nel 2050 gli over 65 saranno il 16% in Europa e anche in Italia cresce questa quota di popolazione. Se non interveniamo, tale invecchiamento determinerà maggiori malattie con ricadute sui costi sanitari e sociali, quindi urgono politiche per più anni in buona salute"., ha sottolineato - "Oggi solo il 5% del Fondo sanitario nazionale è destinato alla prevenzione, ed è mia intenzione aumentare tale quota".
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