Dal 13 luglio entra in vigore la legge sull'autonomia differenziata, "ma le iniziative avviate da varie Regioni per fermarla, mostrano quanto sia importante riflettere attentamente sulle conseguenze di questa legge anche per la tutela della salute delle persone sancita dalla Costituzione. Infatti, in un contesto di grave crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), l'attuazione di maggiori autonomie in sanità da un lato amplificherà le inaccettabili diseguaglianze regionali, dall'altro rischia di sovraccaricare i servizi sanitari delle Regioni del Nord con aumento dei tempi di attesa e peggioramento della qualità dell'assistenza sanitaria per i propri residenti". Lo afferma su X il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.
In sanità, sottolinea, "l'autonomia differenziata legittimerà normativamente il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute e assesterà il colpo di grazia al Ssn.
Peraltro, andando in direzione ostinata e contraria al Pnrr, il cui obiettivo trasversale è quello di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali e di rilanciare il Mezzogiorno".
Urso, nessun caos sull'autonomia differenziata
"Non vedo nessuna confusione sull'autonomia differenziata, non ci sono problemi. Dall'inizio di questa legislatura abbiamo finalmente realizzato un sistema di condivisione e partecipazione con tutte le forze sindacali, con le rappresentanze delle associazioni di imprese, con le istituzioni, con gli enti locali, Comuni e Regioni, anche con la Regione Campania, che ha già portato risultati significativi".
Lo ha detto il ministro delle imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, oggi a Napoli.
"Noi crediamo nel sistema Italia fatto anche di autonomie locali, che con il Governo nel loro territorio devono lavorare insieme, con una volontà unitaria, affinché si possa far prevalere l'interesse generale", ha proseguito Urso. "In questi 20 mesi abbiamo risolto crisi che sembravano impossibili grazie a questo metodo, con la piena volontà di riaffermare la vocazione industriale del Paese. Non si è chiuso un sito e quello che si temeva che chiudesse lo abbiamo riconvertito ad altre attività produttive. Credo che questa sia la strada giusta".
Rispondendo ad una domanda sulle competenze autonome richieste dal Veneto ha detto: "ora vedremo, io credo che si possa procedere sulla strada dell'autonomia come da lungo tempo hanno chiesto i cittadini e credo che questo possa e debba rafforzare il Mezzogiorno, che finalmente ha un Governo che conosce i problemi del Sud e lo ha messo al centro della propria azione politica, come dimostra il fatto che grazie al Piano Africa l'Italia e il Mediterraneo sono diventati il luogo in cui l'Europa deve scommettere per il suo sviluppo. Noi siamo in campo nel fare le riforme che abbiamo concordato in campagna elettorale con i nostri cittadini. Il Governo sta attuando il programma che i cittadini hanno votato sia per quanto riguarda il premierato, l'autonomia, la politica industriale ed economica. Abbiamo già fatto molto in questi 20 mesi, tanto che oggi l'Italia ha il tasso di inflazione più basso in Europa mentre quando siamo arrivati al Governo avevamo il tasso più alto. Abbiamo oggi il tasso di crescita più significativo rispetto a quello degli altri Paesi europei, la crescita dell'occupazione più significativa rispetto agli altri Paesi europei, pensate cosa faremo negli altri 40 mesi di questa legislatura".
Cgil e Uil Lombardia raccolgono firme per il referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata
Contro la legge sull'autonomia differenziata Cgil e Uil Lombardia si mobilitano per la raccolta delle firme per il referendum abrogativo della legge. Lo fanno con una lettera inviata a tutte le strutture confederali regionali, a firma del segretario generale Cgil Lombardia Alessandro Pagano e del segretario generale Uil Lombardia Enrico Vizza "per porre l'attenzione al problema e le ragioni del no".
Lo si legge in un comunicato dei sindacati, nel quale si aggiunge che "le nostre organizzazioni, a livello nazionale hanno deciso di promuovere, insieme ad altri soggetti (associazioni, organizzazioni con finalità sociale, partiti politici), un referendum abrogativo della legge recentemente approvata dal Parlamento che definisce, rendendola operativa, la cosiddetta Autonomia differenziata. A questo scopo è già stato depositato presso la Corte di Cassazione lo specifico quesito che sarà sottoposto alla popolazione italiana nel 2025".
"Tale decisione è assunta in coerente conseguenza delle prese di posizione contrarie da parte di Cgil e Uil assunte nel merito e per gli effetti che il processo attivato da tale legge determinerà sulla vita, sui diritti, sulla tutela delle persone da noi rappresentate alimentando e aumentando, peraltro, le già profonde diseguaglianze presenti con esiti che incideranno negativamente sulla coesione sociale nel nostro Paese", spiegano Cgil e Uil Lombardia, precisando che le due organizzazioni "prenderanno parte a tutti i tavoli sul tema dell'Autonomia Differenziata che saranno proposti dalla Regione Lombardia".
Opposizioni Lazio presentano richiesta di referendum abrogativo per la legge sull'autonomia differenziata
"Contro la legge sull'autonomia differenziata che spacca il Paese, attenta all'unità nazionale e aumenta le disuguaglianze, anche nel Lazio abbiamo depositato una richiesta di indizione di referendum abrogativo". Lo comunicano in una nota i capigruppo Mario Ciarla (Partito Democratico), Adriano Zuccala' (Movimento 5 Stelle), Marietta Tidei (Italia Viva), Claudio Marotta (Alleanza Verdi Sinistra), Alessandra Zeppieri (Polo progressista), Alessio D'Amato (Azione e rappresentante del gruppo Insieme per il Lazio).
"Questa cosiddetta autonomia differenziata costituisce un vulnus al quale intendiamo porre rimedio insieme a tutte le cittadine e i cittadini che, da Nord a Sud passando per il Centro, sanno che questo provvedimento rappresenterà una sciagura per tutti - aggiunge l'opposizione -. Non sono previsti finanziamenti per i Lep, tanto che lo stesso Rocca si è già tirato indietro, e si permette di procedere con l'autonomia differenziata senza garanzie di equità territoriale, rischiando di dividere ulteriormente il Paese in settori cruciali come sanità e istruzione. Per questo - concludono i consiglieri - siamo determinati ad agire in ogni sede e chiederemo con insistenza la calendarizzazione di questa proposta di referendum fin dal primo consiglio utile".
"Contro la legge sull'autonomia differenziata che spacca il Paese, attenta all'unità nazionale e aumenta le disuguaglianze, anche nel Lazio abbiamo depositato una richiesta di indizione di referendum abrogativo". Lo comunicano in una nota i capigruppo Mario Ciarla (Partito Democratico), Adriano Zuccala' (Movimento 5 Stelle), Marietta Tidei (Italia Viva), Claudio Marotta (Alleanza Verdi Sinistra), Alessandra Zeppieri (Polo progressista), Alessio D'Amato (Azione e rappresentante del gruppo Insieme per il Lazio).
"Questa cosiddetta autonomia differenziata costituisce un vulnus al quale intendiamo porre rimedio insieme a tutte le cittadine e i cittadini che, da Nord a Sud passando per il Centro, sanno che questo provvedimento rappresenterà una sciagura per tutti - aggiunge l'opposizione -. Non sono previsti finanziamenti per i Lep, tanto che lo stesso Rocca si è già tirato indietro, e si permette di procedere con l'autonomia differenziata senza garanzie di equità territoriale, rischiando di dividere ulteriormente il Paese in settori cruciali come sanità e istruzione. Per questo - concludono i consiglieri - siamo determinati ad agire in ogni sede e chiederemo con insistenza la calendarizzazione di questa proposta di referendum fin dal primo consiglio utile".