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Non solo per dimagrire, il semaglutide riduce il rischio di infarto e ictus

Nei pazienti con eccesso di peso. OK dell'Ema per l'aggiornamento della scheda tecnica del farmaco

Elettrocardiogramma

Redazione Ansa

Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha dato l'ok per l'aggiornamento della scheda tecnica di semaglutide nell'Unione europea riconoscendo il ruolo del farmaco nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori (Mace), come morte cardiovascolare, infarto non fatale (infarto del miocardio) o ictus non fatale, in adulti sovrappeso o obesi con malattia cardiovascolare accertata, senza diabete. Il farmaco è indicato contro l'obesità nei soggetti con diabete ma il suo uso si è diffuso a scopo di dimagrimento anche tra le persone non diabetiche.  
    Il parere positivo si basa sui risultati dello studio Select, secondo cui semaglutide 2,4 mg può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori del 20% rispetto al placebo, quando aggiunto alle cure standard. Il meccanismo esatto della riduzione del rischio cardiovascolare non è stato stabilito, ma è probabilmente multifattoriale, e non dipendente dalla sola perdita di peso.
    L'obesità è una malattia cronica associata a molte gravi conseguenze per la salute e a una riduzione dell'aspettativa di vita, inoltre è legata all'aumento del rischio di malattie cardiovascolari, compresi infarto e ictus. A livello mondiale si prevede che l'obesità nel 2035 riguarderà oltre 1,5 miliardi di adulti, aumentando quindi di conseguenza anche i decessi correlati alle malattie cardiovascolari. In Italia oggi l'11,4% della popolazione è obesa, e di questi l'80% convive con scompenso cardiaco. La combinazione è molto pericolosa, perché può aumentare fino all'85% il rischio di eventi cardiovascolari fatali, 'rubando' almeno 6 anni di aspettativa di vita.  

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