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Uil, Ssn alla deriva e cresce rischio di una sanità solo privata

Costi insostenibili per molti,fino a 48mila euro per tumore seno

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 30 LUG - Il Servizio sanitario italiano é "vicino al punto di non ritorno". A lanciare l'allarme, contestando la legge sull'autonomia differenziata, è la Uil che, in uno studio, evidenzia i costi per i cittadini se la sanità diventasse solo privata, con l'ulteriore aggravante che questi risulterebbero più alti al sud dove l'offerta di servizi è minore.
    Il governo, "per strizzare l'occhio alla sanità privata - rileva il sindacato -volta le spalle alla sanità pubblica. Tutti i provvedimenti dell'Esecutivo Meloni in materia di sanità, a partire dalle leggi di bilancio per finire al recente decreto abbatti liste, vanno nella direzione di un rafforzamento della sanità privata a discapito di quella pubblica. Direzione che aggrava sempre più il malessere economico di molte famiglie italiane". Da qui l'analisi - effettuate in tre regioni, ovvero Lombardia, Lazio e Calabria - sugli effetti che subirebbero i bilanci delle famiglie nell'ipotesi in cui per curarsi, in presenza di un progressivo smantellamento della sanità pubblica, si fosse costretti a rivolgersi alla sola sanità privata pura.
    Una persona che necessitasse di un ricovero per bassa complessità, in assenza del Ssn, dovrebbe sostenere una spesa giornaliera che varia da un minimo di €422 fino a un massimo di €1.178 in Lombardia, da €435 a €1.278 nel Lazio e da €552 a €1.480 in Calabria. Per un intervento chirurgico come l'asportazione del tumore alla mammella, il più delle volte seguita dalla radioterapia, invece, si dovrebbe sostenere una spesa che può arrivare sino a un massimo di €29.400 in Lombardia, di €32.400 nel Lazio e di €48.400 in Calabria.
    Dall'analisi emerge come al "diminuire dell'offerta sanitaria privata, rispetto alla domanda di cura, crescano le tariffe.
    Questo spiega perché i costi di alcune prestazioni in Calabria risultano più alte delle stesse in Lombardia e nel Lazio".
    Dunque, "per tutelare e rilanciare il Ssn, occorre: fermare la legge Calderoli sul regionalismo differenziato; attestare il rapporto Pil/spesa sanitaria sui livelli della media Ue; combattere gli sprechi delle Regioni". Infatti, nell'ipotesi di una sanità solo privata, conclude la Uil, "la rinuncia alle cure per categorie come lavoratori e pensionati sarebbe una via obbligata. Il progressivo arretramento della sanità pubblica è un colpo mortale per i bilanci delle famiglie e un ridimensionamento del diritto alla salute". (ANSA).
   

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