(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Tra il 1978 e il 2022 il numero degli
aborti in Italia è di 5.987.
La diminuzione annuale delle interruzioni di gravidanza
registrate nel lungo periodo, secondo il rapporto, è dovuta in
misura significativa al declino della popolazione femminile in
età fertile, all'invecchiamento della popolazione e al calo
delle nascite. Nel 2022 sono state abortite il 13% delle
gravidanze, secondo i calcoli basati su dati ufficiali (erano
state il 12,5% nell'anno precedente). Il tasso di abortività
totale, anch'esso in crescita, nel 2022, è di 206 donne su 1000.
"Dopo 44 anni di applicazione della legge, quindi, ancora oggi
l'aborto volontario- sottolinea il rapporto - è un problema
sociale rilevante. Anche perché è evidente che, contrariamente a
quanto dichiarato nell'articolo 1 della legge 194, è stato e
viene usato come ordinario mezzo di controllo delle nascite e
non come extrema ratio in casi drammatici. Il dato è ancor più
allarmante - a giudizio del rapporto- se al numero degli aborti
ufficiali si aggiungono i criptoaborti causati dalle pillole
post-coitali e gli aborti clandestini. Il numero ufficiale
corretto tenendo conto dell'impiego della contraccezione di
emergenza mostra una complessiva crescita dell'abortività
volontaria negli ultimi anni".
Considerati questi numeri, il costo cumulato dell'aborto legale
in Italia aggiornato fino alla fine del 2022 è di 7 miliardi e
290 milioni di euro. Un fondo destinato ad impieghi produttivi
nel quale, nel corso dei 44 anni considerati, fosse stata
accumulata ogni anno una cifra corrispondente alle spese
abortive sostenute, oggi ammonterebbe a 16 miliardi e 616
milioni di Euro (prezzi 2022). Nel 2022 la legge 194 ha
comportato un costo complessivo di poco più di 56 milioni di
Euro, in lieve crescita (+1,3%) rispetto all'anno precedente.
La terza edizione del Rapporto contiene anche la tesi
suffragata da "una aggiornata rassegna degli studi scientifici
sul legame tra aborto e cancro al seno". Sulla base di dati
ufficiali nel rapporto viene inoltre confutata la tesi secondo
la quale "l'elevata percentuale degli operatori sanitari che
esercitano l'obiezione di coscienza ostacolerebbe il diritto di
aborto delle donne". (ANSA).
Rapporto Opa, aumentano aborti in Italia per pillole giorno dopo
Lo dice l'Osservatorio Permanente, di cui fa parte Pro Vita