Sono 24731 le nuove diagnosi di Hiv nel 2023 in Europa, un dato in aumento rispetto al passato. Tendenza confermata anche in Italia, che ne ha registrate 2349 e che vede un incremento significativo dal 2020. Lo scenario epidemiologico è stato esposto nel corso del convegno di sanità pubblica 'Tre volte zero contro l'Hiv', in corso presso l'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, il 1 dicembre. 'Zero rischio di trasmissione, zero nuove diagnosi e morti, zero stigma e discriminazione' il claim, che richiama l'obiettivo fissato dall'Oms del cosiddetto 'Getting to zero' entro il 2030.
L'incontro ha visto la partecipazione tra gli altri del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Per quanto riguarda l'Europa, tra le nuove diagnosi i maschi sono 2,7 volte le femmine, e il sesso tra maschi è la causa più frequente di infezione: 46,7%, mentre in generale la trasmissione per via sessuale conta per il 92,3% delle diagnosi.
In 13 Paesi la trasmissione eterosessuale rappresenta oltre il 50% dei casi, altro dato in aumento. In Italia le diagnosi di Aids sono 532, un'incidenza di 0,9 casi per 100mila residenti, in aumento rispetto al 2022. Così come per quelle da Hiv, il loro incremento potrebbe anche rappresentare una notizia positiva, sostengono i relatori: significa, infatti, che dopo la pandemia da Sars-Cov-2 si è tornati a diagnosticare correttamente i nuovi casi.
Sull'Hiv l'incidenza maggiore si registra tra i maschi, soprattutto nella fascia 30-39 anni (15 contro 4,6). Tra il 2010 e il 2023 le nuove infezioni da Hiv in Italia sono passate da 4051 a 2349, attestandosi su una riduzione del 42%. Un dato ben al di sotto le aspettative, sottolineano gli esperti presenti, che non consentirà di raggiungere l'obiettivo della diminuzione del 75% previsto per il prossimo anno, il 2025.