(ANSA) - Quando si ama ci sono infinite possibilità di sentirsi vicini, anche senza sfiorarsi. Anche se una malattia genetica grave per la quale non c'è ancora una cura risolutiva, la fibrosi cistica, impone una barriera di due metri, per non rischiare di trasmettersi batteri che potrebbero essere letali. È quello che accade a Stella e Will, i protagonisti del film "A un metro da te", nelle sale dal 21 marzo, per la regia di Justin Baldoni e distribuito da Notorious Pictures. Entrambi hanno la fibrosi cistica e si conoscono in ospedale: tra loro è amore. Ma può il rapporto sopravvivere alla sfida della mancanza di contatto vero e alle paure legate alla malattia? Vivere in un tempo "preso in prestito" significa assaporare ogni momento, e mentre le sfide aumentano, i due ragazzi scopriranno di avere forza dentro di loro. Anche se condividono la malattia, non potrebbero essere più diversi.
Stella è una blogger a cui piace essere padrona del suo universo e Will è tutto ciò che lei evita meticolosamente: ribelle, disordinato, sembra a tratti aver perso le speranze per il futuro. La ragazza, dal canto suo, è tutto ciò a cui Will guarda con scetticismo: ha successo ed entusiasmo, nonostante i suoi problemi. Quando si incontrano, sono più che felici di attenersi al severo ordine di rimanere a due metri di distanza, ma dopo una serie di eventi al contempo divertenti e commoventi, Stella dà a Will una ragione per combattere e anche Will regala a Stella una scossa di libertà e di coraggio. In mezzo compleanni festeggiati in ospedale, la morte di un amico, la speranza di un trapianto.
Alla proiezione romana di questa sera, al The Space Cinema Parco De Medici, partecipa Matteo Marzotto in qualità di presidente della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, l'agenzia nazionale per la ricerca su questa grave malattia genetica che ha sostenuto il film. Si tratta, spiega Marzotto, di "una bella occasione per parlare della lotta contro la Fibrosi Cistica e per evidenziare lo straordinario lavoro quotidiano di migliaia di volontari della Fondazione - che da 22 anni seleziona e finanzia la migliore ricerca scientifica per la cura della malattia - e della Lega italiana Fibrosi Cistica (LIFC) impegnata nell'assistenza socio-sanitaria dei malati FC. Istituzioni che hanno contribuito ad un sensibile miglioramento della qualità e della durata della vita media dei nostri malati".
Le attività di ricerca promosse dalla Fondazione contribuiscono alla ricerca mondiale anche attraverso il progetto strategico Task Force for Cystic Fibrosis, avviato nel marzo 2014 in sinergia con gruppi di ricerca di eccellenza mondiale: l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e l'Istituto G. Gaslini di Genova, cui si è associato per gli studi preclinici l'Istituto di Drug Dscovery Aptuit/Evotec. Il primo stadio dello studio ha identificato due categorie di composti, rivendicati in altrettanti brevetti internazionali. Di questi, il composto ARN23765 è risultato negli studi in vitro il più potente e promettente, con attività di ripristino della funzione della proteina sbagliata prodotta dal gene mutato della malattia. Gli studi preclinici sono iniziati nel marzo 2018 e la conclusione è prevista entro il 2020. La terza ed ultima fase dovrà confermare le caratteristiche di farmaco del composto, mettendo a punto correttamente il dosaggio da adottare per l'uomo e definendone i limiti massimi di tolleranza, per giungere nel 2021 alle prove cliniche su volontari sani e su malati con fibrosi cistica.
Del film sono state organizzate due proiezioni di beneficenza a sostegno della Lifc, il 21 marzo alle 21 al The Space Cinema Parco De Medici di Roma e al Notorious Cinemas Centro Sarca di Sesto San Giovanni. L'incasso sarà devoluto a sostegno del progetto Case Lifc per l'accoglienza delle famiglie e dei pazienti nel periodo del post-trapianto. Il film arriva insieme a un libro, A un metro da te, edito da Mondadori.