(ANSA) - MILANO, 05 OTT - Sebbene l'aspettativa di vita media
in Italia sia oggi di circa 84 anni, l'aspettativa di vita in
salute non raggiunge i 60 anni. Ma invecchiare restando giovani,
attraverso l'attività sportiva e seguendo una corretta
alimentazione, è un obiettivo che oggi può essere raggiunto
lavorando in maniera scientifica.
Secondo quanto emerso dai dati Istat riportati nel Rapporto
Annuale 2023, alla fine del 2022 la popolazione italiana
ultra65enne ha superato i 14 milioni di individui,
rappresentando il 24,1% della popolazione totale; gli
ultraottantenni sono 4 milioni 529 mila, pari al 7,7% della
popolazione, e stanno aumentando anche a Milano, dove - come ha
spiegato il sindaco Giuseppe Sala presente al congresso - alla
fine del 2023 si contavano più di 117mila cittadini over 80.
Una vita più lunga, però, non si traduce necessariamente in
una vita sana e di qualità, visto che l'aspettativa di vita in
salute nel nostro Paese si ferma a meno di 60 anni: "Questa
condizione significa che ognuno di noi deve aspettarsi di vivere
un quarto della propria vita in uno stato di malattia - ha
commentato Giovanni Scapagnini, professore ordinario di
Nutrizione Clinica presso l'Università del Molise e
vicepresidente della Società Italiana di Nutraceutica (Sinut) -.
Fortunatamente, la scienza ci ha dimostrato che l'ago della
bilancia può essere spostato verso un invecchiamento in salute.
I pilastri che ci permettono di restare giovani su cui possiamo
lavorare efficacemente sono variabili, come l'alimentazione,
l'attività fisica e la gestione dello stress".
Durante l'evento una serie di esperti internazionali si sono
confrontati sui principali aspetti legati al miglioramento della
qualità della vita e alla promozione di una longevità sana,
presentando degli studi e partecipando a una tavola rotonda
moderata dal giornalista Mario Calabresi.
Tra gli altri era presente anche Alberto Albanese, professore
dell'Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presidente
dell'Associazione Internazionale sulle sindromi parkinsoniane e
malattie correlate, che ha sottolineato come è stato già
dimostrato che "una corretta alimentazione, associata al
regolare esercizio fisico, può ridurre significativamente il
rischio di insorgenza di patologie neurodegenerative come il
Parkinson e l'Alzheimer".
Alberto Mantovani, professor emerito di Humanitas University
e direttore scientifico di Irccs Istituto Clinico Humanitas, si
è invece detto "estremamente preoccupato" perché l'Italia "in
questo momento è secondo solo alla Spagna per il numero di
bambini in sovrappeso e abbiamo il record di bambini inattivi
che non fanno attività fisica".
Ed essere in sovrappeso, ha concluso Mantovani, "vuol dire
disorientare il sistema immunitario" mentre "fare attività
fisica, insieme ai vaccini, è una forma di allenamento del
nostro sistema immunitario che è un'orchestra straordinaria, di
cui non conosciamo tutti gli strumenti, gli orchestrali e gli
spartiti". (ANSA).
Congresso Healthy Lifespan, invecchiare in salute la vera sfida
A Milano focus su longevità sana e qualità della vita