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In Italia il 47% fa sport una volta a settimana ma troppi snack

'Più cibi ultraprocessati nei giovani,cambiare stile alimentare'

In Italia il 47% fa sport una volta a settimana ma troppi snack

Redazione Ansa

 Il 47,2% degli italiani pratica sport almeno una volta ogni 7 giorni, con una media di 3-4 volte a settimana e tempi in linea con le raccomandazioni. Fuori linea invece il consumo di frutta e verdura (corretto per solo l'8,5%), in favore di cibi ultraprocessati. Queste le evidenze che emergono dal rapporto 'Cibo e sport: buona alimentazione e attività fisica, un connubio perfetto per la salute', presentato oggi in Senato dalla Fondazione Aletheia alla presenza, tra gli altri, del ministro della Salute Orazio Schillaci, del presidente del Senato Ignazio La Russa e dell'ex velista Alessandra Sensini.
    Lievi le differenze tra genere e età nell'attività sportiva: 68 minuti a sessione per gli uomini, 60 per le donne, con i 18-24enni che arrivano a 69. Camminata veloce la più diffusa (36,6%), seguita da ginnastica generica (23%) e fitness, incluso spinning e palestra (20,4%), ciclismo (14%), nuoto (9,2%).
    Preoccupante il trend crescente di giovani che passano tempo davanti a device elettronici, con forte incremento tra i 6-10 anni dell'utilizzo quotidiano del cellulare: dal 10,8% nel 2013 al 33,4% nel 2023.
    Diverse invece le scelte alimentari. Più snack, piatti pronti e bevande energetiche (fino a 2,5 volte a settimana) per i giovani, mentre per gli over65 fino a 6 volte in meno. Il 43% degli intervistati ha usato integratori vitaminici negli ultimi 6 mesi, dato fortemente sbilanciato sui giovani. L'80% degli anziani predilige integratori naturali rispetto a quelli sintetici (5%), che per i giovani sono invece il 23%. "Il 40% dei tumori potrebbe essere evitato con corretta alimentazione e attività fisica regolare", ricorda Riccardo Fargione, direttore della Fondazione. "Tra le cause delle malattie dismetaboliche vi sono soprattutto i cibi ultraprocessati", continua il direttore, cui fa eco Antonio Gasbarrini, Università Cattolica, direttore Cs Aletheia: "Questo tipo di alimentazione, per cui non siamo strutturati, rimodula il microbiota, che si infiamma e trasforma il nostro corpo. Oggi la maggioranza dei nostri anziani soffre di più patologie insieme, o cambiamo modello alimentare o avremo persone quasi tutte malate".
   

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