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La macchina sperimentale per la fusione nucleare

Veduta aerea del cantiere per la costruzione deal reattore sperimentale Iter a Caradache (fonte: Iter organization)

Redazione Ansa

Dalla metà degli anni '80 il reattore sperimentale Iter è la grande promessa della fusione nucleare, il Sacro Graal dell'energia pulita che imita i processi che avvengono nel cuore delle stelle. E' una grande avventura internazionale che ha preso il via nel 1985 dall'iniziativa lanciata dagli allora presidenti di Stati Uniti e Unione Sovietica, Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, e alle quale si sono uniti presto Unione Europea, Giappone, India, Cina e Corea del Sud, per un totale di 3. 500 ricercatori di 140 istituti di ricerca di 35 Paesi.

La scommessa è fare della fusione un'opzione realistica e, forse per sottolineare questo ruolo nel passaggio verso una nuova fonte di energia, per Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) è stato scelto un acronimo che richiama il termine latino che sta per "cammino". Il progetto è nato infatti per accompagnare il percorso dalla fase sperimentale della ricerca sulla fusione nucleare alla possibilità effettiva di produrre elettricità su larga scala con centrali a fusione.

Dopo lunghi anni di messa a punto del progetto e di trattative animate da forti tensioni, come quelle sulla scelta del sito o quelle che hanno visto gli Stati Uniti rinunciare nel 1998 e poi rientrare, attualmente Iter è in fase di costruzione nella Francia meridionale, a Caradache.

Difficile quantificare il costo complessivo di questa impresa, una delle più grandi mai tentate a livello internazionale. Secondo alcune stime del 2015 il costo della costruzione era di 14 miliardi di dollari. "Sappiamo che l'Unione Europea si è impegnata a spendere 6,6 miliardi di euro fino al 2020 e probabilmente servirà altrettanto per realizzare le fasi successive del progetto", ha detto il direttore del dipartimento Fusione nucleare dell'Enea, Aldo Pizzuto. L'Italia, in ambito europeo, ha contribuito a questa cifra per il 12%-13%.

Il cuore del sistema sono i 18 magneti superconduttori, insieme all'acceleratore di fasci neutri che permette di dare il via al processo di fusione che si sta preparando in Italia, presso Padova.
Grazie a essi si potrà riprodurre il processo di fusione nucleare che avviene nelle stelle a temperature di milioni di gradi. Solo in queste condizioni si ottiene una miscela di nuclei ed elettroni liberi, il plasma. All'interno di Iter un plasma di deuterio e trizio dovrà essere confinato, grazie ai magneti, per il tempo necessario a produrre una quantità di energia tale da compensare quella utilizzata per ottenere la reazione. 

Si prevede che macchina possa cominciare a funzionare nel 2025. Dopo almeno cinque anni di test e dati, nel 2030 si potrebbe passare alla fase sperimentale vera e propria e quindi al dimostratore tecnologico Demo. Nel 2050 tutto potrebbe essere pronto per realizzare un vero e proprio reattore a fusione destinato a produrre energia su larga scala.

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