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Il primo micro-cyborg, fatto di neuroni e chip

Potrà aiutare la riabilitazione

Messo a punto un sistema ibrido, fatto di neuroni e chip (fonte: Caponi, et al.)

Redazione Ansa

Un sistema biologico ibrido, a metà tra cellule nervose e chip elettronici, capace di attivare i neuroni o ricevere i loro impulsi e controllabile elettricamente: questa l'idea dei ricercatori italiani studiata nell'ambito del progetto Madelena, finanziato dalla provincia di Trento e coordinato da Salvatore Iannotta del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). L'obiettivo è arrivare in futuro a nuove strategie di riabilitazione, per ripristinare le funzioni nervose perse a causa di una malattia o un incidente.

Il sistema ibrido
''Quello che abbiamo fatto e' uno studio di fattibilità, in cui abbiamo impiegato delle cellule neuronali, coltivate in laboratorio, e le abbiamo fatte crescere su un vetrino coperto da un polimero, la polianilina'', spiega Silvia Caponi, autrice dello studio pubblicato sulla rivista Aip Advances e ricercatrice dell'Istituto officina dei materiali (Iom) del Cnr di Perugia. Cellula e polimero insieme costituiscono il sistema ibrido. Il polimero inoltre ha le proprieta' di un memristore, cioe' un sistema che ha una sua memoria e che funziona in modo simile al cervello. 

Interfaccia con il cervello
''E' il candidato ideale a interfacciarsi con un il sistema nervoso, perche' funziona allo stesso modo'', continua Caponi. I ricercatori hanno quindi studiato la cellula sopra questo substrato, per vedere se il sistema e' biocompatibile e funziona allo stesso modo in cui opera all'interno del corpo, tramite una tecnica chiamata spettrometria Raman, che sfruttando le interazioni tra luce e materia non e' invasiva e lascia viva la cellula.

In cerca del matrriale giusto
L'obiettivo e' sviluppare un sistema capace di dialogare con i neuroni, o attivandoli o ricevendo i loro impulsi, e che sia ibrido, cioe' con una parte biologica e una che si puo' controllare elettricamente. ''Il prossimo passo - conclude Caponi - sara' ora trovare il materiale migliore su cui far crescere i neuroni, per arrivare in futuro ad un sistema da impiegare nella medicina riabilitativa''.

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