Sono ancora poco attendibili dal punto di vista scientifico i test genetici su cani e gatti domestici, la cui moda sta dilagando negli Stati Uniti. A smorzare gli entusiasmi, un articolo pubblicato sulla rivista Nature a firma di tre veterinari e ricercatori dell'Università di Harvard: Lisa Moses, Steve Niemi ed Elinor Karlsson.
Gli esperti mettono in guardia dal "business dei test facili per animali che vendono false speranze e sono basati su studi ancora limitati" e lanciano un appello a una "maggiore regolamentazione del settore". Per i tre ricercatori, infatti, non hanno ancora ricevuto adeguati riscontri scientifici "né l'accuratezza dei test, né la loro capacità di predire lo stato di salute degli animali".
Su Nature i tre esperti suggeriscono di porre dei freni alla diffusione indiscriminata di questi test, circa 200 soprattutto per i cani, attraverso alcuni passi fondamentali da compiere al più presto. A partire dalla condivisione dei database genetici degli animali tra industrie, accademie e agenzie governative, e dall'introduzione di linee guida comuni e di speciali consultori per spiegare ai possessori di animali e ai veterinari che cos'è un test genetico e quali predizioni può realmente fare. Il rischio, altrimenti, concludono gli autori, è che la proliferazione di questi test possa "erodere la credibilità della scienza, generando diffidenza in coloro che mostrano già scetticismo".
Poco attendibili i test genetici per cani e gatti
Nature, possono erodere la credibilità della scienza