Innocui moscerini della frutta sono stati trasformati in super insetti capaci di nutrirsi di piante tossiche in modo da risultare disgustosi per i predatori che li ingeriscono: una strategia di autodifesa tipica delle farfalle monarca e che è stato possibile imitare cambiando solo tre 'lettere' del Dna dei moscerini con la tecnica che taglia-incolla il Dna, la Crispr. Il risultato, dell'Università della California a Berkeley, è pubblicato sulla rivista Nature e rappresenta una prima assoluta: nessuno finora aveva mai ricreato in un organismo multicellulare una serie di mutazioni figlie dell'evoluzione che portassero a un nuovo adattamento all'ambiente, in questo caso una nuova dieta e un nuovo modo per allontanare i predatori.
Uno dei super moscerini posato sull'ala di una farfalla monarca (fonte: Julianne Pelaez)
Proprio come la farfalla monarca, anche i super moscerini possono nutrirsi di una pericolosa pianta erbacea del genere Asclepias: rispetto ai normali moscerini ,infatti, sono mille volte meno sensibili alle sue tossine, che possono accumulare tranquillamente nell'organismo conservandole anche dopo la metamorfosi da larva a insetto adulto. La resistenza alle tossine della pianta deriva da tre semplicissime mutazioni scritte nello stesso gene.
Un bruco di farfalla monarca (fonte: UC Berkeley, foto di Noah Whiteman)
I ricercatori hanno scoperto che nel corso dell'evoluzione ben 20 gruppi di insetti (inclusi scarafaggi, afidi e vespe) sono diventati resistenti alle tossine della pianta acquisendo in modo indipendente le stesse mutazioni genetiche nelle stesse posizioni sul Dna. Questo, secondo il coordinatore dello studio, Noah Whiteman, "è la cosa più affascinante, perchè siamo riusciti a testare delle ipotesi evolutive in un modo che non è mai stato possibile al di fuori delle linee cellulari. Sarebbe stato difficile scoprire tutto questo senza poter creare mutazioni con la Crispr".
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