Premiati i pionieri italiani della medicina rigenerativa basata sulle staminali: Michele De Luca e Graziella Pellegrini, entrambi del Centro di Medicina Rigenerativa "Stefano Ferrari" (Cmr) dell'università di Modena e Reggio Emilia, sono i vincitori del premio Louis-Jeantet 2020 assegnato ai ricercatori di spicco che svolgono la propria attività in uno dei Paesi membri del Consiglio d'Europa. Con loro è stata premiata Erin Schuman, direttrice dell'Istituto tedesco Max Planck per le ricerche sul cervello.
La Fondazione svizzera Louis-Jeantet ha stanziato per ciascuno dei due premi assegnati (agli italiani il premio è attribuito in modo congiunto) la somma di 500.000 franchi svizzeri, di cui 450.000 destinati a finanziare la prosecuzione degli studi dei vincitori e 50.000 attribuiti personalmente. Tutti e tre i vincitori conducono ricerche di biologia fondamentale e di medicina traslazionale, che fa arrivare alla clinica la terapia cellulare e genica rigenerativa.
Graziella Pellegrini e Michele De Luca vincitori del premio Louis-Jeantet 2020 (fonte: Centro di Medicina Rigenerativa 'Stefano Ferrari' (Cmr) dell'università di Modena e Reggio Emilia)
"E' una sorpresa splendida, siamo onoratissimi di ricevere questo premio", dicono all'ANSA De Luca e Pellegrini. "E' un riconoscimento molto importante che - rileva De Luca, che ha - abbiamo vinto in pochi in Italia e tutti noi italiani che lo abbiamo vinto siamo collegati alla medicina traslazionale, confermando quanto sia ben svolta in questo Paese". Il premio, secondo Pellegrini, "conferma ancora una volta come questo settore, su cui a volte è difficile ottenere finanziamenti, sia sotto la luce dei riflettori perchè è di grande interesse per la società".
Michele De Luca, direttore e coordinatore della terapia genica del Cmr, e Graziella Pellegrini, coordinatrice della terapia cellulare del Cmr, ricevono il premio per le loro ricerche d'avanguardia sulla terapia cellulare basata su cellule staminali, nonché nella sua combinazione con la terapia genica, che ha consentito la cura di pazienti con gravi malattie della pelle. Per esempio De Luca e il suo gruppo sono celebri per aver curato, nel 2017 in Germania, un bambino profugo siriano affetto da una gravissima forma di una malattia chiamata epidermolisi bollosa, nota come malattia dei bambini farfalla la cui pelle diventa fragile come le ali di una farfalla a causa di un difetto genetico. Il bambino è stato salvato grazie a un trapianto di pelle geneticamente corretta e coltivata in laboratorio.
Il gruppo guidato da Graziella Pellegrini è pioniere della terapia cellulare ed è stato il primo a rigenerare la cornea danneggiata grazie a impianti di cellule staminali. Grazie a queste ricerche è stato sviluppato il primo farmaco al mondo per terapia avanzata a base di cellule staminali per pazienti con una malattia rara degli occhi chiamata deficit di cellule staminali della cornea, approvato nel 2015 dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema).
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