(di Enrica Battifoglia)
Un altro vaccino arrivato alla fase 3, la più avanzata della sperimentazione clinica; risultati incoraggianti dalla sperimentazione condotta in Italia con gli anticorpi contenuti nel plasma dei convalescenti e 21 farmaci già esistenti che riescono a impedire al nuovo coronavirus di replicarsi: la ricerca sulle armi contro la pandemia di Covid-19 non perde una battuta e avanza rapidamente su un terreno a dir poco difficile, ma gli esperti mettono in guardia dai facili entusiasmi e dalla tentazione di accelerare senza considerare eventuali rischi.
Ad avere raggiunto la fase 3 della sperimentazione sull'uomo è il vaccino messo a punto dall'azienda americana Moderna in collaborazione con l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (Niaid) degli Stati Uniti diretto da Anthony Fauci.
Secondo la classifica più aggiornata dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è il quinto vaccino anti Covid-19 a raggiungere la fase 3 della sperimentazione, che viene condotta su un grande numero di persone per avere le riposte sull'efficacia, fra 25 attualmente allo studio sull'uomo. I test saranno condotti in 89 località degli Stati Uniti su circa 30.000 volontari sani, che riceveranno due dosi del vaccino a distanza di 28 giorni, oppure due dosi di placebo. "Anche se le mascherine, il distanziamento sociale e la quarantena possono aiutare a mitigare la diffusione del virus SarsCov2, abbiamo urgentemente bisogno di un vaccino sano ed efficace per controllare questa pandemia", ha detto Fauci che ne prevede l'arrivo tra ottobre e novembre. Se il vaccino dimostrerà di essere sicuro, l'azienda prevede di consegnare almeno 500 milioni di dosi l'anno, ma probabilmente fino a un miliardo, a partire dal 2021.
Incoraggianti anche i risultati ottenuti in Italia con gli anticorpi presenti nel plasma dei convalescenti: la ricerca condotta da Policlinico San Matteo di Pavia e Asst di Mantova indica che, fra i ricoverati in terapia intensiva, il tasso di mortalità scende dal 13-20% al 6% Notizie positive anche sul fronte dei farmaci: in attesa di averne di nuovi, espressamente studiati per combattere la pandemia, si studiano quelli esistenti per capire quali potrebbero neutralizzare il virus. Sono 21 quelli individuati nella ricerca pubblicata sulla rivista Nature.
La strada per arrivare a una soluzione definitiva per vincere la pandemia è ancora lunga e cedere agli entusiasmi potrebbe essere un errore. Così, dopo gli inviti alla cautela sui dati preliminari relativi alle sperimentazioni dei candidati pubblicati sul sito della rivista Nature e arrivati da ricercatori di tutto il mondo, richiama alla cautela anche il documento dell'Accademia dei Lincei, che con la sua Commissione Salute mette in guardia dalla "valutazione accelerata" dei candidati vaccini anti Covid-19 in sperimentazione sull'uomo, spesso dettata dalla fretta e dall'urgenza, e che necessita di rigorosi studi sulla sicurezza. Il riferimento è sia agli annunci sui risultati preliminari dei test sia alle procedure come lo Human Challenge Trial, che prevede la somministrazione del virus dopo quella del vaccino in volontari sani.
Guardando al futuro, i Lincei ritengono che sarà necessario ancora un anno per avere il vaccino e che allora sarà necessario uno sforzo globale per portarlo a disposizione di tutti, ovunque nel mondo.
Nel frattempo è importantissimo contenere i nuovi casi e, accanto ai dispositivi di protezione, è fondamentale il tracciamento: "il contenimento dell'epidemia o una sua violenta ripresa - si legge del documento dei Lincei -dipenderanno essenzialmente dall'efficacia più o meno elevata con cui viene messa in atto un'intensa campagna per individuare le persone infette che sono asintomatiche o ancora pre-sintomatiche, in modo da isolarle, tracciare efficacemente i loro contatti e metterli rapidamente in quarantena. L'iniziativa - rilevano gli esperti - si prospetta come un'impresa non facile".