Il numero tamponi fatti in Italia si è quasi dimezzato nell'ultimo mese rispetto a novembre, passando da circa 1,5 milioni a settimana a poco più di 900.000.
"E' un calo molto importante, che può essere positivo se legato al fatto che si abbassa la curva dei contagi, in quanto se meno persone hanno i sintomi c'è meno richiesta, ma è negativo se vediamo salire il rapporto fra casi positivi e tamponi, come sta accadendo in questi giorni", osserva Sestili. Ieri infatti questo rapporto ha toccato il 14,9%, come non accadeva dal 23 novembre, mentre il rapporto fra i casi positivi e i casi testati (ossia il numero dei tamponi al netto di quelli fatti più volte alla stessa persone) ha raggiunto il 36%, "in assolto il valore più alto della seconda ondata". Questo, secondo il fisico, potrebbe voler dire che "si fanno i tamponi solo ai sintomatici".
Che il tracciamento si sia "ridotto drasticamente" lo rileva anche Broccolo, per il quale rispetto a novembre il numero dei tamponi è sceso in media da oltre 200.000 a 150.000 al giorno. "Fino a un mese fa - ha osservato - si facevano più tamponi, mentre adesso dopo 21 giorni di isolamento alle persone positive asintomatiche il tampone non viene più fatto in quanto sono ritenute non contagiose". Dallo stesso periodo, inoltre, "sul numero dei positivi pesano soprattutto i nuovi casi e non i tamponi fatti nel tempo". In terzo luogo, ha aggiunto, pesa il maggiore ricorso ai tamponi rapidi, che "ha contribuito notevolmente alla riduzione del tampone molecolare".
Per un monitoraggio completo, che dia indicazioni sia del decorso dell'infezione che del contagio, secondo Broccolo occorrono più tamponi con valutazione della carica virale almeno nei casi asintomatici che terminano l'isolamento sebbene ancora positivi.
Covid, tamponi quasi dimezzati nell'ultimo mese
Esperti, il tracciamento si è ridotto drasticamente