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In Italia l'80% dei casi di Covid-19 dalla sotto-variante di Omicron BA.2

Analisi dei Ceinge. Al momento non è riportata nessuna sequenza di Xe

In rosso le particelle del virus SarsCoV2 sulla superficie di una cellula (fonte: NIAID Integrated Research Facility in Fort Detrick, Maryland)

Redazione Ansa

Attualmente gli 80% dei casi di Covid-19 in Italia sono provocati dalla sotto-variante BA.2 della variante Omicron. Non è ad ora riportata nel nostro Paese nessuna sequenza della sotto-variante Xe. Lo indicano le analisi del Ceinge-Biotecnologie avanzate, basate sui dati delle banche Gisaid e Ncbi Virus, in cui sono depositate le sequenze genetiche. "Le stime degli ultimi 15 giorni indicano che, in Italia, Omicron rappresenta quasi il 100% delle sequenze pubblicate, con BA.2 attestata a circa l'80%", osserva Angelo Boccia, che ha elaborato i dati e che lavora nel gruppo di Bioinformatica del centro, coordinato da Giovanni Paolella.

"Xe è apparentemente il risultato della ricombinazione di due diverse varianti di Omicron, BA.1 e BA.2. Un evento di ricombinazione di questo tipo - prosegue Boccia - può verificarsi quando un individuo viene infettato da due o più varianti contemporaneamente e, attraverso lo scambio di materiale genetico, viene a crearsi una versione ibrida del genoma del virus. Nel caso della variante Xe gran parte del suo genoma, compreso il gene S, deriva da BA.2".

Dati recenti, prosegue l'esperto, indicano che Xe "avrebbe un tasso di crescita superiore di circa il 10% rispetto alla variante BA.2, che attualmente rappresenta la forma di SrsCov2 di gran lunga più comune a livello globale. In ogni caso, la stessa agenzia britannica fa notare che le stime sono ancora incerte e inficiate dal ridotto numero di casi".

Ad oggi nella banca internazionale Gisaid sono state depositate 475 sequenze annotate come di tipo Xe; sono tutte di origine britannica, tranne una irlandese e un'altra danese. La situazione è sovrapponibile a quanto osservabile in Ncbi Virus, l'altra banca dati di riferimento.

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