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Nelle gocce d’acqua il meccanismo alla base della vita sulla Terra

Potrebbe velocizzare molto la produzione di nuovi farmaci

Si nasconde nelle gocce d’acqua il meccanismo, inseguito da decenni, alla base della nascita della vita sulla Terra (free via pixabay)

Redazione Ansa

Si nasconde nelle gocce d’acqua il meccanismo, inseguito da decenni, alla base della nascita della vita sulla Terra: in questo ambiente infatti, al confine tra acqua e aria, hanno luogo reazioni chimiche velocissime che hanno consentito agli amminoacidi primordiali, i mattoncini di base delle proteine, di unirsi a formare molecole più complesse. La scoperta, 1073/pnas.2212642119">pubblicata sulla rivista dell’Accademia nazionale delle Scienze americana (Pnas) e guidata dalla statunitense Purdue University, potrebbe velocizzare enormemente la produzione in laboratorio di nuovi farmaci e trattamenti, un processo che ora richiede molti giorni o addirittura settimane.
Per decenni i ricercatori hanno teorizzato che la vita sulla Terra sia iniziata negli oceani, ma la chimica alla base di questo processo era rimasta un mistero. Gli amminoacidi, portati sulla Terra primordiale dai meteoriti, per legarsi insieme richiedono infatti la perdita di una molecola d’acqua: per questo non si capiva come potesse avvenire una reazione chimica che necessita di acqua ma anche di uno spazio lontano dall’acqua. Ora, gli autori dello studio guidati da Graham Cooks hanno trovato una risposta alla domanda: dove l’acqua incontra l’aria, le goccioline ospitano reazioni incredibilmente rapide che permettono alle proteine di formarsi, senza bisogno di altre molecole che favoriscano e velocizzino il meccanismo.
“Questa è essenzialmente la chimica dietro l'origine della vita”, afferma Cooks. “È la prima dimostrazione che le molecole primordiali, semplici amminoacidi, possono formare sponta/neamente molecole più complesse, gli elementi costitutivi della vita, all’interno di goccioline di acqua pura”, prosegue il ricercatore: “Si tratta di una scoperta fondamentale”, che potrebbe anche contribuire alla ricerca di vita extraterrestre su altri pianeti.
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