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Covid, Kraken ha una capacità di diffusione 'impressionante'

Eric Topol sul Wp, 'il virus ha trovato nuovo modo per colpire'

In giallo le particelle della variante Omicron del virus SarsCoV2 sulla superficie di una cellula (fonte: NIAID)

Redazione Ansa

La sottovariante XBB.1. 5, nota come Kraken, ha "un'impressionante capacità di diffondersi": lo scrive sul Washington Post Eric Topol, fondatore dell'istituto californiano Scripps e fra i ricercatori che stanno seguendo fin dall'inizio l'evoluzione della pandemia di Covid-19. La comparsa di una "forma dominante" come XBB.1.5, osserva l'esperto, indica che il virus SarsCoV2 "ha trovato un nuovo modo per colpire e che si sta evolvendo molto rapidamente", tanto che "è responsabile del 75% delle infezioni in almeno quattro Stati (New York, Connecticut, New Jersey e Massachusetts)"e che "i ricoveri degli anziani sono confrontabili a quelli visti nel periodo nella prima ondata di Omicron".

In sostanza, prosegue, "il virus ci sta parlando e ci sta dicendo che ha molti modi di evolversi". Prevederne l'evoluzione è difficile, ma "l'eventuale comparsa di una nuova variante ci troverebbe impreparati. L'attività di sequenziamento ha infatti avuto un calo del 90% dal 2022 in tutto il mondo", ha aggiunto riferendosi ai dati della banca internazionale Gisaid, che raccoglie le sequenze genetiche del virus SarsCoV2.

Dal Nord-Est degli Stati Uniti, rileva Topol, la XBB.1.5 "è destinata a diffondersi attraverso il Paese nel giro di settimane e sta prendendo piede in molti Paesi europei e asiatici" e, "se al momento non ci sono elementi per dire se sia più patogenica o virulenta, la sua abilità nel diffondersi sembra impressionante". Certamente, aggiunge, "non sono effetti da attribuire alla sola Omicron, considerando l'indebolirsi dell'immunità nella popolazione, l'uso meno frequente delle mascherine e delle altre misure di mitigazione e le riunioni al chiuso durante le festività natalizie".

Per difendersi sono essenziali i richiami dei vaccini, ma al momento secondo Topol "non ci sono sforzi coordinati, né negli Stati Uniti né a livello globale, per sviluppare i vaccini di nuova generazione in grado di bloccare i contagi", né si sta investendo su nuovi farmaci.

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