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Ottenuto in laboratorio il primo superbatterio immune ai virus

Due misure di sicurezza ne impediscono la sopravvivenza in natura

Rappresentazione grafica di virus che infettano una cellula batterica (fonte: Behnoush Hajian)

Redazione Ansa

È stato ottenuto in laboratorio il primo superbatterio immune a tutti i virus conosciuti: è un ceppo di Escherichia coli modificato tramite la biologia sintetica, che incorpora anche ben due misure di sicurezza che impediscono al microrganismo di sopravvivere in natura e annullano anche il rischio che il materiale genetico modificato possa diffondersi ad altri organismi. Il risultato, della ricerca guidata dalla Harvard Medical School di Boston, è stato nature.com/articles/s41586-023-05824-z">pubblicato sulla rivista Nature e promette di ridurre le minacce di contaminazione virale, che spesso costano milioni di dollari, quando si sfruttano i batteri per produrre medicinali come l'insulina e altre sostanze, come i biocarburanti.

La chiave del successo dei ricercatori guidati da Akos Nyerges sta negli Rna di trasporto, o tRna: molecole che hanno il compito di leggere le informazioni contenute nel Dna e trasportare l’amminoacido giusto alle proteine in costruzione. In questo caso, gli autori dello studio hanno sostituito i tRna corretti con degli ‘imbroglioni’, che inseriscono amminoacidi sbagliati. Di conseguenza, quando un virus invade il batterio per costringerlo a fabbricare le proprie proteine, i falsi tRna leggono male le istruzioni fornite: il risultato sono proteine non funzionanti, che impediscono al virus di replicarsi.

Il superbatterio incorpora anche due diverse misure di sicurezza. La prima impedisce al materiale genetico modificato di essere trasferito ad un altro organismo, il cosiddetto ‘trasferimento genico orizzontale’, un fenomeno che avviene spesso in natura. Il Dna modificato del microbo, infatti, così come i suoi falsi tRna, non avrebbero senso in un altro organismo, portando anche in questo caso alla produzione di proteine inutilizzabili. Inoltre, i ricercatori hanno reso il ceppo di Escherichia coli dipendente da un amminoacido costruito in laboratorio, che non esiste in natura: se un batterio dovesse sfuggire morirebbe subito, dunque nessun essere umano o altra creatura è a rischio di essere infettato da un superbatterio.

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