Rigenerazione e invecchiamento sono in realtà profondamente intrecciati, come due facce della stessa medaglia: la rivelazione arriva da un minuscolo animale marino parente di meduse e coralli, che vive attaccato al guscio dei granchi e ha la straordinaria capacità di rigenerasi compleramente a partire dalla bocca. Le sue caratteristiche sono interessanti anche perchè forniscono nuovi indizi sulla biologia degli esseri umani, con i quali l’ultimo antenato condiviso risale a oltre 600 milioni di anni fa. Guidato dall’Istituto Nazionale americano per la Ricerca sul Genoma Umano, lo studio è pubblicato sulla rivista Cell Reports .
Alcuni animali, come le salamandre e i pesci zebra, possono fa ricrescere intere parti del corpo e rimpiazzare interi organi. Invece, animali molto semplici, come Hydractinia symbiolongicarpus, al centro di questo studio, hanno capacità rigenerative davvero estreme: possono ricreare tutto il corpo a partire solo da un piccolo frammento.
Una volta sequenziato il codice genetico contenuto nell’Rna, la molecola a singola elica coinvolta in numerose funzioni di regolazione, gli autori dello studio hanno scoperto che nei meccanismi di rigenerazione dell’animaletto marino sono coinvolti geni legati all’invecchiamento. Inoltre, mentre noi esseri umani non possiamo liberarci facilmente delle cellule che invecchiano, Hydractinia può espellerle attraverso la bocca. Questi fattori indicano che forse la funzione primaria dell’invecchiamento, nei primi animali, era proprio quella di favorire la rigenerazione.
“Ancora non riusciamo a capire come le cellule senescenti innescano la rigenerazione, o quanto sia diffuso questo meccanismo nel regno animale”, spiega Andy Baxevanis, uno degli autori dello studio. “Fortunatamente, studiando alcuni dei nostri più lontani parenti, possiamo iniziare a svelare alcuni dei segreti che ammantano ancora questi processi - aggiunge Baxevanis - e che possono far fare passi avanti alla medicina rigenerativa e agli studi sulle malattie legate all’invecchiamento”.
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