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Carne coltivata a una svolta, una tecnologia più economica per ottenerla

Staminali modificate producono da sole il fattore di crescita

Una nuova tecnica promette di rudurre il costo di produzione della carne coltivata (fonte: Alonso Nichols, Tufts University)

Redazione Ansa

Produrre carne coltivata in modo più semplice ed economico grazie a cellule staminali del muscolo dei bovini modificate in modo da produrre da sole i fattori di crescita di cui hanno bisogno per crescere, permettendo così di abbattere notevolmente i costi di produzione. La tecnica è stata sviluppata nel Centro per l'Agricoltura cellulare nell'Università di Tufts, negli Stati Uniti, ed è cell.com/cell-reports-sustainability/fulltext/S2949-7906(23)00009-5">descritta sulla rivista Cell Reports Sustainability.

"E' uno studio importante perché dimostra il raggiungimento di uno dei tre obiettivi fondamentali affinché la coltivazione della carne possa diventare realtà. in questo caso ne rende possibile la sostenibilità economica", ha commentato all'ANSA il genetista Michele Morgante, dell'Università di Udine e membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

La ricerca, coordinata da Andrew Stout, permette di far crescere cellule del muscolo di bovino senza la necessità di aggiungere continuamente alla coltura i fattori di crescita. Questi ultimi sono molecole che si legano a recettori che si trovano sulla superficie delle cellule staminali e danno loro il segnale per crescere e diventare adulte, differenziandosi in cellule di tipo diverso.

Attualmente i fattori di crescita devono essere prodotti con altre reazioni e rappresentano il passaggio più complesso e costoso del processo di coltivazione della carne. Il nuovo esperimento ha modificato le cellule staminali in modo da far produrre loro il Fattore di crescita dei fibroblasti, una sostanza che si comporta come un vero e proprio grilletto molecolare che dà il via alle cellule dei muscoli scheletrici.

"E' interessante, inoltre, che per indurre le cellule a produrre fattori di crescita - ha osservato Morgante - i ricercatori abbiano usato l'editing genetico, senza introdurre nuovi geni, in modo tale da non dover soggiacere alla complessa normativa sugli organismi geneticamente modificati".

Secondo l'il genetista italiano "si tratta dunque di un importante passo in avanti, ma restano ancora da dimostrare altri due punti, ossia la sostenibilità ambientale e la scalabilità industriale", ha aggiunto. Per quanto la coltivazione della carne possa essere un'alternativa all'allevamento, questa nuova tecnica risulta ancora costosa dal punto di vista energetico e in alcuni casi produce molte sostanze piuttosto inquinanti. Ancora più difficile potrebbe essere la sfida di scalare queste tecniche a livelli industriali e poter realizzare una filiera capace di rispondere alla domanda globale di carne. Anche gli stessi ricercatori sottolineano che ci saranno ancora diversi passi da fare prima che questa nuova tecnica diventi disponibile a livello industriale.

Per Morgante, "resta in ogni caso l'assurdità del proibirne lo studio prima ancora che si raggiungano gli obiettivi, come accade in Italia. E' come aver bloccato 20 anni fa gli studi sulle auto elettriche - ha concluso - prima ancora che si arrivi alla capacità tecnologica".

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