In un futuro non troppo lontano, le lampade di case e giardini potrebbero essere sostituite da piante luminescenti grazie alla biologia sintetica: è stato scoperto un gene chiave simile a quelli già trovati nei funghi, che mette in relazione l’uso dell’energia con la produzione di luce, traducendo quindi il metabolismo interno della pianta in uno spettacolo luminoso che cambia costantemente. Il risultato si deve allo studio pubblicato sulla rivista Science Advances e guidato dall’azienda russa Planta, che ha già portato alla produzione di una petunia che emette un bagliore simile a quello lunare. La pianta sarà a breve messa in vendita dall’azienda americana Light Bio, che ha partecipato alla ricerca, e la richiesta negli Stati Uniti è già molto elevata.
Fino ad ora, per produrre piante luminescenti bisognava incorporare nel vegetale cinque geni provenienti dai funghi. Il nuovo gene individuato dai ricercatori coordinati da Karen Sarkisyan, invece, è in grado di sostituire due di questi cinque geni. Si tratta, inoltre, di un gene più piccolo e più semplice, caratteristiche che lo rendono molto più versatile per essere utilizzato nella biologia sintetica. La petunia prodotta da Light Bio grazie a questa scoperta, secondo quanto riportato dall’azienda, è fino a 100 volte più luminosa di quanto fosse possibile in precedenza.
Oltre al lato estetico, la vegetazione luminosa può offrire anche nuove conoscenze sulla fisiologia delle piante. Potrebbe consentire, ad esempio, il monitoraggio continuo delle risposte delle piante a vari stress, come siccità e attacchi di parassiti, portando allo sviluppo di colture più resistenti. “Adoriamo coltivare le nostre petunie bioluminescenti – dice Sarkisyan – ma, al di là dell’aspetto estetico, capire come possiamo adattare questa caratteristica per monitorare la progressione delle malattie e selezionare i farmaci migliori renderà questa tecnologia ancora più efficace”.
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