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Le prime nanoparticelle anticancro capaci di arrivare al cervello

Per trasportare farmaci

Rappresentazione grafica della barriera ematoencefalica (fonte: Nemes Laszlo, iStock)

Redazione Ansa

Messe a punto nanoparticelle in grado di superare la barriera ematoencefalica, ossia l’impenetrabile sistema di difesa del cervello: potrebbe essere il punto di partenza per somministrare farmaci capaci di colpire siai tumori cerebrali, sia le metastasi che raggiungono il cervello. Le ha messe a punto il gruppo di ricerca guidato da Shanta Dhar, del Centro Sylvester dell’Università di Miami, il cui lavoro è pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.

Il cervello è protetto dalla barriera ematoencefalica, una sorta di complesso filtro capace di bloccare l’accesso di molecole potenzialmente pericolose presenti nel sistema sanguigno. E' un sistema di difesa molto efficace, ma diventa un problema quando si tratta di somministrare terapie farmacologiche che dovrebbero raggiungere il cervello. Per superare la barriera occorre in qualche modo camuffarsi, ed è quello che riescono a fare ad esempio alcune cellule del tumore del seno che si diffondono anche nel cervello generando metastasi. 

I ricercatori americani sono ora riusciti a racchiudere farmaci chemioterapici all’interno di nanoparticelle capaci di oltrepassare indenni la barriera ematoencefalica per raggiungere le cellule tumorali. Una volta arrivate a destinazione, le nanoparticelle liberano farmaci che danneggiano il Dna mitocondriale delle cellule tumorali.

La tecnica potrebbe aprire presto le porta allo sviluppo di trattamenti farmacologici più efficaci anche per altre forme di tumore, come il glioblastoma, una delle più aggressive forme di tumore del cervello. 

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