Rubriche

Nanoparticelle d'oro per guarire le ferite con la luce

Studio del Cnr apre nuovi scenari per la medicina rigenerativa

La fotostimolazione di nanoprismi d’oro è stata testata su esemplari di Hydra vulgaris (fonte: Proyecto Agua, Flickr CC BY-NC-SA 2.0)

Redazione Ansa

Guarire le ferite con la luce: questo scenario da fantascienza potrebbe diventare realtà grazie a nanoparticelle d'oro che, inserite nei tessuti e illuminate con raggi infrarossi, emettono piccole quantità di calore andando a stimolare l'attivazione delle cellule staminali. La loro efficacia è stata testata su un invertebrato ben noto per le sue capacità rigenerative, l'idra, nello studio pubblicato sulla rivista Advanced Functional Materials dall’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti 'Eduardo Caianiello' del Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli (Cnr-Isasi), in collaborazione con l’Istituto di Nanoscienze e Materiali di Aragona in Spagna.

“Uno degli obiettivi della medicina rigenerativa è la possibilità di riattivare le cellule staminali nel tessuto lesionato e promuovere i processi che portano alla rigenerazione piuttosto che al riparo, che raramente riesce a ripristinare la morfologia e la funzionalità del tessuto”, dice Claudia Tortiglione, ricercatrice del Cnr-Isasi che ha coordinato il gruppo italiano.

La luce e il calore sono tra gli strumenti più promettenti: i loro effetti nel favorire il processo di rigenerazione sono ben noti, tanto che "nella nostra quotidianità applichiamo impacchi caldi o cerotti termici per ridurre l'infiammazione, alleviare il dolore e migliorare la circolazione sanguigna”, ricorda l'esperta. Per verificarlo, i ricercatori hanno deciso di usare come modello sperimentale un organismo invertebrato, l'Hydra vulgaris, il cui il potenziale di rigenerazione tessutale è massimo.

E' stato possiile così dimostrare che il trattamento con 'nanoheaters', cioè nanomateriali che producono calore quando sono stimolati dalla luce, aumenta la velocità di rigenerazione della testa dell'Hydra, la capacità riproduttiva e il tasso di proliferazione delle cellule staminali dell’animale. “Questi risultati, a cavallo tra la nanofotonica e la biologia rigenerativa, aprono nuove strategie di medicina rigenerativa che permetteranno di utilizzare la luce per la guarigione delle ferite”, conclude Tortiglione.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it