È possibile prolungare la vita delle ovaie, prevenendo i principali cambiamenti legati all’età come il calo nella produzione di ormoni: lo indica l'esperimento condotto nei topi alla Northwestern University e pubblicato sulla rivista GeroScience. Se lo stesso risultato si ottenesse negli esseri umani costituirebbe un passaggio-chiave per migliorare la salute complessiva delle donne anche dopo la menopausa, risolvendo alla radice il problema dell’infertilità legata all’età e aprendo a future terapie anticancro.
Quando invecchiano, le ovaie diventano infiammate e rigide e riducono la produzione di ovociti e di ormoni, che, oltre a regolare il ciclo mestruale e la gravidanza, sono anche fondamentali per aspetti come densità delle ossa, umore, salute cardiovascolare e mantenimento delle funzioni cognitive. Le ovaie rigide, inoltre, influiscono sulla qualità degli ovociti e costituiscono ambienti ideali per la proliferazione delle cellule tumorali.
“L’età media della menopausa è rimasta costante nel corso degli anni, ma le donne vivono molti decenni in più”, commenta Francesca Duncan, che ha coordinato lo studio: “Le nostre ovaie devono tenere il passo, in modo da avere un organo che funzioni per mantenere la salute delle donne più a lungo”.
Per cercare una soluzione al problema, i ricercatori hanno testato sui topi il pirfenidone, un farmaco comunemente usato per trattare la fibrosi polmonare idiopatica, e gli animali trattati hanno mostrato un miglioramento nell’ovulazione e hanno mantenuto più a lungo normali livelli ormonali. Questo farmaco ha effetti collaterali significativi, quindi non può essere usato a questo scopo negli esseri umani, ma la ricerca ha dimostrato che è possibile estendere la vita delle ovaie e gli autori dello studio sono già al lavoro per cercare un’alternativa sicura ed efficace.
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