Come le più tradizionali molle, it/canale_scienza_tecnica/notizie/approfondimenti/tecnologie/2011/05/20/molecole-modellate-come-tubi-tuttofare_32673d23-de1c-11e6-9836-00505695d1bc.html">nanotubi di carbonio attorcigliati tra loro possono immagazzinare tre volte più energia di quanto fanno le batterie al litio. A scoprirlo è il gruppo di ricerca giapponese e americano guidato da Shigenori Utsumi dell'Università Suwa e Sanjeev Kumar Ujjain dell'Università del Maryland e li risultato è pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology.
I nanotubi di carbonio sono una sorta di sottilissime cannucce ottenute arrotolando un foglio costituito di un solo strato di atomi di carbonio, ossia il grafene, e da anni si studiano le possibilità di sviluppare applicazioni pratiche di questo materiale, ad esempio per realizzare lunghissimo cavi per ascensori spaziali oppure per realizzare nuove soluzioni per il settore dell'elettronica.
I nanotubi di grafene hanno moltissimi vantaggi: sono facili da produrre, sono estremamente leggeri e a parità di peso sono circa 100 volte più resistenti dei migliori metalli.
Adesso si è scoperto che sono anche incredibilmente capaci di resistere alla torsione e di mantenere allo stesso tempo l'elasticità. Raggruppando nanotubi e attorcigliandoli tra loro è infatti possibile accumulare molta energia, che rilasciano poi in una quantità circa 15mila volte superiore a quella rilasciata da una normale molla di acciaio e tre volte superiore a quella che può immagazzinare una batteria al litio delle stesse dimensioni.
Si tratta di energia meccanica, come quella che "gli esseri umani hanno a lungo immagazzinato in molle elicoidali meccaniche per alimentare dispositivi come orologi e giocattoli", osserva Kumar Ujjain. E' una forma di energia differente da quella delle batterie al litio, ma che può essere ugualmente utile in moltissime tipo di applicazioni in cui è importanza far muovere un qualcosa, dalle ruote di un'auto agli assi per macchinari industriali.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it