Rubriche

Test italiano per la teoria della relatività

Nel cuore della Terra per ascoltarne il 'battito'

Un esperimento italiano mette sotto esame la teoria della relatività (fonte: Belfi et al.)

Redazione Ansa

Una 'trottola' fatta di luce capace di misurare ogni minuscola variazione della rotazione del pianeta: è l'obiettivo di Ginger, l'esperimento ideato da un gruppo di ricerca dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) che potrebbe nascere nel 'cuore' della Terra, all'interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Sulla rivista Review of Scientific Instruments sono stati pubblicati i dati in arrivo da Gingerino, il prototipo dello strumento finale pensato per misurare uno degli effetti previsti dalla teoria della relatività.

Avendo una massa, tutti gli oggetti che ruotano (come il nostro pianeta) producono delle distorsioni nello spazio-tempo, come se trascinassero assieme a loro tutto ciò che li circonda. Si tratta del cosiddetto effetto di Lense-Thirring e, anche se si tratta di un fenomeno 'minore' e quasi impossibile da rilevare, è importante perché potrebbe mostrare piccole deviazioni previste dalla teoria della relatività generale.

Per osservare il 'trascinamento' prodotto dalla Terra servono strumenti capaci di misurare la velocità di rotazione con precisione elevatissima e per farlo i ricercatori italiani hanno sviluppato uno speciale giroscopio laser 'cuore' dell'esperimento chiamato Gingerino. “E' un prototipo necessario per poter realizzare in futuro il più potente e sofisticato esperimento finale, Ginger", ha spiegato Angela Di Virgilio, coordinatrice dell'esperimento.  "Il rilevatore che abbiamo messo a punto finora  - ha aggiunto - si è rivelato essere estremamente sensibile a allo stesso tempo molto robusto, ossia può funzionare per mesi senza aver bisogno di nessun tipo di interventi”.

Lo strumento è sensibile a qualsiasi alterazione della velocità di rotazione terrestre e per 'schermarlo' dai disturbi è stato istallato nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. “Ma in ogni caso – ha aggiunto – dobbiamo aspettare qualche giorno dall'accensione prima di avere dati 'puliti' perché avverte anche la semplice apertura di una porta”. I dati in arrivo da Gingerino, e in futuro da Ginger, serviranno però non solo per misurare la correttezza di quanto previsto da Einstein ma potranno rivelarsi utili in molti altri settori. Come uno 'stetoscopio' sensibile a qualsiasi variazione del 'battito' terrestre questo rivelatore potrebbe ad esempio ad aiutare a capire alcuni dei meccanismi che avvengono all'interno del pianeta.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it