Nuove misure sulle particelle di anti-idrogeno ottenute al Cern confermano che l’antimateria è effettivamente lo specchio della materia, e che esiste una simmetria fra queste due componenti della natura. Lo dimostrano gli ultimi dati della collaborazione Alpha del Cern, pubblicati sulla rivista Nature.
I fisici diell'esperimento Alpha, coordinati da Jeffrey Hangst, hanno ottenuto atomi di anti-idrogeno legando anti-protoni e anti-elettroni, i cosiddetti positroni. “La struttura fine dell’atomo d’idrogeno, l’elemento più semplice e abbondante dell’universo, è stata studiata in dettaglio, lo stesso non si può dire invece per la sua controparte, l’anti-idrogeno”, spiega Hangst.
Utilizzando trappole magnetiche e laser hanno misurato con una precisione senza precedenti le proprietà quantistiche dell’anti-idrogeno, dimostrando che esiste una simmetria profonda in natura, come prevede il cosiddetto Modello Standard, la teoria di riferimento della fisica contemporanea che descrivere com’è fatta la natura nei suoi costituenti più intimi.
“Si tratta di un passo importante sia in fisica fondamentale sia dal punto di vista tecnologico, che contribuisce, con altri esperimenti, a cercare differenze tra materia e antimateria", ha spiegato all’ANSA Gemma Testera, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). "Per il momento queste differenze non sono state trovate, ma comprendere e confrontare le proprietà di materia e antimateria - ha rilevato - è essenziale perché può aiutarci a capire anche la formazione dell’universo", dove la materia è attualmente predominante.
Uno dei misteri della fisica moderna è, infatti, capire perché sia venuta meno l’originale simmetria tra materia e antimateria all’indomani del Big Bang, dove sia finita l’antimateria e perché non vediamo, ad esempio, anti-stelle, anti-galassie e persino un anti-universo. Interrogativi ai quali cerca di trovare una risposta il cacciatore di antimateria AMS-02, installato all’esterno della stazione orbitante.
Dal 27 gennaio lo strumento è stato riparato e dovrebbe essere operativo almeno fino al 2028, dopo il complesso intervento di manutenzione in orbita svolto nel corso di quattro acrobatiche passeggiate spaziali dall’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Luca Parmitano, nelle settimane conclusive della sua seconda missione nello spazio, Beyond.
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