L'indice di contagiosità Rt del virus SarsCoV2 è tornato a salire in Italia a 0,89, dallo 0,82 del 12 dicembre e dallo 0,85 del 13 dicembre: è quanto risulta dai calcoli del fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento, basati su una tecnica simile a quella alla base delle analisi condotte dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Per il fisico "la curva dell'epidemia sta calando, ma ci troviamo in una fase pericolosa, nella quale il contenimento e il tracciamento non attivi rischiano di vanificare gli sforzi fatti finora, soprattutto in vista della riapertura delle scuole in gennaio.
Per Battiston "avrebbe dovuto esserci una netta discesa dell'indice Rt e il fatto che sia risalito è una notizia non bella, arrivata 8-9 giorni dopo il cambiamento avvenuto in alcune regioni", ha osservato riferendosi all'ordinanza del ministero della Salute entrata in vigore il 6 dicembre scorso.
Una correlazione particolarmente evidente nel caso dell'Emilia Romagna, il 6 dicembre passata da zona arancione a gialla, dove "si osserva una crescita particolarmente marcata negli ultimi tre giorni e dove l'indice Rt, a 0,96, si sta avvicinando a 1".
Per Battiston "non dobbiamo dimenticare che oggi in Italia siamo come eravamo in primavera durante la prima ondata", ossia a due settimane dal picco. La differenza è che ora "rischiamo di più perché siamo aperti con situazione epidemica ancora molto intensa e in pieno shopping natalizio e la voglia di rivedersi. Capisco Angela Merkel - ha detto il fisico - che ha deciso il lockdown per tutto il periodo delle festività: un provvedimento efficace in un momento delicato".
Permettere al virus di ripartire adesso sarebbe infatti un problema: dobbiamo portare l'epidemia a valori bassi prima che riaprano le scuole. Si tratta - ha spiegato - di fare ponte fra la riapertura scuole e il momento in cui il vaccino comincerà ad essere somministrato in modo massiccio: ci vorranno mesi".
Covid, sale l'indice Rt, arrivato a 0,89
Battiston, situazione delicata